22 febbraio 2014

Un cilentano nella terra dei Papi: Paolo de Matteis a Roma

Un cilentano in Europa era il titolo della mostra dedicata a Paolo de Matteis, tenutasi l’anno scorso al Museo diocesano di Vallo della Lucania. Non esiste in effetti una formula più felice per definire il più importante pittore cilentano, nato a Piano Vetrale nel 1662 e operante in tutta Italia, Francia e Spagna. Le sue opere, oltre che in diversi centri del Meridione, si trovano nelle più suggestive capitali europee: Roma, Londra, Parigi, Madrid e Vienna.
E proprio a Roma il de Matteis si recò in diverse occasioni, lasciando tracce importanti della sua arte pittorica. Alcune di queste opere sono di proprietà privata, oppure si trovano in collezioni raramente aperte al pubblico, come il Palazzo Rospigliosi. Almeno due tele, invece, sono facilmente accessibili, per giunta gratuitamente, in quanto si trovano in due tra le più importanti basiliche romane: Santa Maria sopra Minerva e Sant’Andrea delle Fratte. Pochi cenni artistici sono sufficienti per comprendere la rilevanza di queste chiese. Santa Maria sopra Minerva, che si trova a due passi dal Pantheon, ospita pregevolissimi dipinti di autori dei secoli XV-XVIII (Filippino Lippi, il Verrocchio e tanti altri), nonché gruppi scultorei del Bernini e una celebre statua di Michelangelo raffigurante il Cristo. Inoltre, in questa Basilica è il sepolcro di S. Caterina da Siena. La Basilica di Sant’Andrea delle Fratte, non distante da Piazza di Spagna, è celebre invece per l’originale campanile opera del Borromini; anch’essa racchiude al suo interno opere pittoriche e scultoree di indubbio valore. Questi sommari dati sono sufficienti per capire l’importanza di Paolo de Matteis, i cui lavori si trovano negli stessi luoghi dove hanno operato alcuni dei più grandi maestri del passato.
Dei due dipinti di de Matteis non sono riuscito a trovare alcuna immagine sulla rete; ho deciso pertanto di fotografarli, in modo da farli conoscere, sia pure virtualmente, a chiunque fosse interessato. Di fronte a queste opere ho provato una forte emozione, pensando a come un uomo proveniente da una terra povera e quasi sconosciuta sia riuscito a lasciare il suo nome ai posteri, destinandolo all’immortalità. Invito dunque tutti i cilentani che si recano a Roma ad abbandonare per un momento gli itinerari consueti e abusati, per ritrovare un pezzo importante della loro terra d’origine.

Nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva, nella cappella di San Domenico (a sinistra rispetto all’abside), si trova la meravigliosa pala d’altare raffigurante La Madonna che offre l’icona con San Domenico tra S. Caterina e S. Maria Maddalena, dipinta dal de Matteis tra il 1723 e il 1726. Nella stessa cappella è sepolto il Pontefice Benedetto XIII. La tela è interessante per almeno due ragioni, oltre che per la superba tecnica pittorica. In primo luogo, notevole è il contrasto tra la Maddalena, raffigurata con povere vesti da popolana, e Caterina d’Alessandria, la cui origine nobiliare è evidente nell’abito ricercato e nei gioielli che la adornano. Un altro particolare mi ha colpito: la presenza di un “dipinto nel dipinto”. La Madonna, infatti, aiutata dalle due Sante e da un putto, sorregge una vera e propria icona, con tanto di cornice, ove è riprodotta l’immagine di S. Domenico.
La seconda opera, forse di minore impatto emotivo ma egualmente significativa, si trova sulla volta della sagrestia della Basilica di Sant’Andrea delle Fratte. È visibile attraverso una porta a vetri, ma, se domandate ad un frate, vedrete esaudito di buon grado il vostro desiderio di ammirarla più da vicino. Il dipinto è intitolato San Francesco di Paola e l’estasi delle tre corone e raffigura una delle vicende mistiche e soprannaturali che caratterizzarono la vita del celebre Santo, quando venne trovato da alcuni suoi confratelli in estasi, sollevato da terra e con tre corone luminose che gli cingevano il capo.
Un itinerario insolito e affascinante, per onorare un personaggio che ha portato un po’ di Cilento nell’eterna città dei Papi.