10 settembre 2018

La probabile origine etrusca del nome "Cilento"

Lo studio dei toponimi può offrire preziose informazioni sulle origini e le vicende storiche di un territorio. Il ricercatore Fabio Astone, dell’Università di Salerno, ha pubblicato nel 2012 sulla rivista Annali Storici di Principato Citra (X, 1, pp. 5 ss.) un interessante saggio sul significato del nome Cilento, intitolato «Alle origini del toponimo Cilento: la fondazione di Poseidonia ed i Tirreni-Etruschi del golfo di Salerno. Riflessioni ed ipotesi».
Il saggio, sulla base di lunghe ricerche archeologiche e con il supporto di una corposa bibliografia, sostiene la tesi dell’origine etrusca del nome Cilento. L’Autore parte da due considerazioni. In primo luogo, evidenzia che il toponimo Cilento comparve per la prima volta nel corso del Medioevo, in un documento amministrativo del 1134 noto come Actus Cilenti, oggi conservato presso la Badia di Cava. In precedenza, la regione era conosciuta come Lucania (minor), né risulta che il termine Cilento sia mai stato utilizzato da Greci, Romani o Italici. In secondo luogo, l’Autore, richiamando una tesi già esposta dal professor Aversano, afferma che la tradizionale ricostruzione etimologica del nome, che deriverebbe da cis-Alentum, ovvero “al di qua dell’Alento”, non appare del tutto soddisfacente, in quanto non sufficientemente specifica.
Sulla base di queste premesse, Fabio Astone dedica la parte centrale del saggio allo studio della presenza etrusca nel territorio cilentano. Viene così offerta un’ampia ricostruzione, suffragata da riferimenti storici, letterari ed archeologici, tesa a dimostrare che non solo gli Etruschi si spinsero anche a sud del fiume Sele, ma che sarebbe attestata la loro presenza persino a Paestum e Velia. In particolare, per quanto riguarda Poseidonia, molti sono gli elementi culturali e materiali di tipo tirrenico, che addirittura farebbero pensare che all’origine della polis vi fossero accordi tra i Sibariti, che secondo la tesi più accreditata avrebbero fondato la città, e i potenti Etruschi che occupavano la zona più a nord, corrispondente all’attuale Pontecagnano. Scrive infatti l’Autore che «allo sbocco dei ricchi itinerari commerciali che dalle valli fluviali dell’Enotria interna giungevano al centro della feracissima pianura attraversata dal Sele, i Sibariti, forse in ossequio ad accordi che, come ipotizzato, dovevano aver raggiunto con i potenti partner etruschi di Pontecagnano, riuscirono, finalmente, a fondare Poseidonia». L’Autore si diffonde sulle testimonianze etrusche rinvenibili nella città di Paestum, quali il cd. “sacello ipogeico”, oppure la celeberrima “Tomba del tuffatore”, che secondo alcuni studiosi non costituirebbe l’unica superstite della pittura greca, ma «l’esito più meridionale della diffusa, notissima pittura funeraria etrusca».
Nella parte finale del saggio, sulla base di tutte le premesse esposte, viene dunque ipotizzata l’origine etrusca del toponimo Cilento, al pari di molte altre località dell’Italia meridionale, campane in particolare. L’Autore concentra la propria attenzione su uno dei più celebri reperti dell’età etrusca, il c.d. “fegato di Piacenza”. Si tratta di una lastra di bronzo che riproduce il fegato di una pecora, suddivisa in più parti con i nomi di varie divinità incisi; si pensa che l’oggetto venisse utilizzato dai sacerdoti per finalità divinatorie. Il modello riporta per ben tre volte il nome Cilens, un’importante divinità etrusca. Conclude dunque Fabio Astone che «è interessante evidenziare l'immediata analogia che si coglie tra il nome della divinità etrusca Cilens ed il toponimo Cilento. Una suggestione fonologica che poteva restare solamente tale, tout court; l'insieme delle argomentazioni fin qui affrontate ha però creato le condizioni per avanzare possibili ipotesi. Si tratta di riflessioni che, oltre ad essere supportate dalle odierne conoscenze relative agli antichi contatti tra i Tirreni e le terre a sud del Sele, trovano, ad esempio, ulteriori, indicativi spunti nella denominazione attuale di alcune macroaree. La geografia degli Etruschi ha condizionato gran parte dell’Italia antica, ed ancora oggi se ne serba il ricordo: il mare Adriatico prende il nome dalla città etrusca di Adria, ed il mare Tirreno è così detto perché Tirreni erano chiamati gli Etruschi dai Greci». È allora possibile ipotizzare che il nome Cilento abbia un’origine tirrenico-etrusca, rispondente al nome di un’antica divinità, che certamente doveva essere centrale nel pantheon etrusco, al punto da venire riportata su un oggetto divinatorio quale il c.d. “fegato di Piacenza”.
Consiglio a tutti di leggere il saggio, disponibile anche in rete, in quanto di sicuro interesse per molte ragioni, prima di tutto per lo stile scorrevole e coinvolgente con cui è scritto.
Il c.d. "Fegato di Piacenza" (immagine tratta da commons.wikimedia.org, autore Lokilech)

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