3 maggio 2020

Una "camera con vista" sul mondo della musica: il "Dizionario del pop-rock"

La mia non vuole essere una recensione, ma un vero e proprio omaggio al libro più caro e sfogliato della mia biblioteca: il Dizionario del pop-rock 2006, a cura di Enzo Gentile e Alberto Tonti. Ha una struttura semplice e funzionale, al pari di un qualsiasi dizionario enciclopedico. Di ogni artista sono riportate brevi note biografiche e un elenco di tutti i dischi pubblicati, con sintetiche ma ficcanti recensioni e un voto da una a cinque stelle. Abituati ad avere sotto mano una miriade di informazioni grazie alla rete, un libro del genere può sembrare superato e poco utile. E invece, a distanza di quindici anni, per me rimane ancora un punto di riferimento della cultura musicale, la bibbia da consultare prima di acquistare un album. Quando l'ho preso, nel 2006, non c'erano gli smartphone e non avevo l'ADSL; giocoforza, il Dizionario cartaceo costituiva la mia “camera con vista” sul mondo della musica. E voglio allora omaggiarlo, esaltandone i punti di forza.
1. Il Dizionario mi ha fatto conoscere artisti che probabilmente da solo non avrei mai incontrato. Innumerevoli i dischi che ho acquistato perché spinto dalle sue brevi didascalie: mi vengono in mente Giancarlo Onorato, Charlatans, Dr. Feelgood, Van Der Graaf Generator.
2. Come ogni enciclopedia che si rispetti, c'è tutto (o quasi): si va dal rock and roll al grunge, dalla psichedelia al punk, dal progressive al britpop, dalla dance all'elettronica. Ampio spazio è dedicato agli artisti più famosi, ma non mancano i nomi oscuri della wave britannica (come i Comsat Angels), i cantautori meno noti (Willie Nile), oppure certe band rock di buon talento ma scarso successo (come gli Spear of Destiny).
3. C'è tanta (ma proprio tanta) musica italiana. Alcuni potrebbero parlare di provincialismo, ma io ho sempre apprezzato questa caratteristica del Dizionario, che lo rende diverso da libri concorrenti. Dentro c'è praticamente tutto il rock italiano, dal progressivo ai gruppi emergenti di inizio millennio, nonché tutti i cantautori, compresi quelli di nicchia, come Garbo o Juri Camisasca.
4. Le recensioni sono essenziali ma efficaci. Poche parole che rimangono in mente grazie a un linguaggio che predilige l'aspetto emozionale rispetto a quello tecnico. Esemplare l'incipit della recensione di Aria di Alan Sorrenti: «la Napoli che meno ti aspetti, rivoluzione di suoni e poesia, passando da Londra e dall'Inghilterra, dove risciacquare i panni della sperimentazione, della ricerca, di una vocalità che non ha frontiere». Oppure, si pensi alle parole spese per descrivere Forever changes dei Love, definito «il capolavoro nascosto della stagione psichedelica, la celebrazione in undici capitoli della creatività egocentrica di Arthur Lee». Magistrali le parole utilizzate per riassumere l'essenza dell'album che preferisco dei Litfiba: «nello scrigno di 17 Re c'è spazio per liquidità, impressioni e suggestioni psichedeliche, per le elettriche lancinanti di Ghigo come pure per i timbri delle tastiere di Aiazzi e la teatralità vocale di Pelù».
5. Il sistema di votazione dei dischi, basato sulle classiche stelle, utile soprattutto per gli artisti che hanno una corposa discografia. Quando ho dovuto scegliere da quale album cominciare per artisti come Rolling Stones, Pixies o Sonic Youth, ho optato per i lavori a cinque stelle. Questo non vuol dire che mi trovi sempre d'accordo con i voti del Dizionario; le due misere stelle appioppate a Boxe dei Diaframma (per me un capolavoro) gridano ancora vendetta!
Non ho la presunzione di affermare che si tratti del migliore o del più completo libro sull'argomento; il mio è un semplice omaggio, per via dei tanti ricordi che mi legano al volume. Per tutti questi anni il Dizionario del pop-rock è stato – e lo è tuttora – un punto di riferimento, come un amico più grande e saggio, a cui rivolgersi quando si ha un dubbio. E lui, che di musica ne ha macinata davvero tanta, ogni volta ti sorride sornione e sa darti il giusto consiglio, senza chiedere nulla in cambio.

Nessun commento:

Posta un commento

Commenta l'articolo!