10 marzo 2021

"Un album poetico, romantico, emotivo": intervista a C.F.F. e il Nomade Venerabile in occasione dell'uscita di "E sia"

C.F.F. e il Nomade Venerabile è una delle formazioni più interessanti e originali del panorama musicale indipendente degli ultimi vent'anni, soprattutto per la capacità di unire generi diversi, dalla new wave alla tradizione cantautoriale italiana. Il prossimo 15 marzo uscirà l'ultimo loro disco, intitolato semplicemente E sia. Si tratta dell'ottava pubblicazione della formazione pugliese, tra LP, EP e raccolte. Come dichiarato nel comunicato stampa ufficiale, «l'album raccoglie e mescola le diverse influenze dei componenti dei C.F.F. e il Nomade Venerabile (new wave, post punk, musica d'autore, indie rock e musica elettroacustica) e si divide idealmente in due facciate: il lato A, contenente quattro canzoni di natura acustica; quello B, che ne contiene altre quattro ma di stampo elettrico ed elettronico». 
Da segnalare la presenza di un ospite d'eccezione: Andrea Chimenti, che impreziosisce con la sua voce il brano La veglia. Inoltre, tutti i titoli e i testi delle otto nuove canzoni sono tratti da una silloge della poetessa Grazia Procino, a voler rafforzare la commistione tra diverse forme d'arte. I C.F.F. hanno adottato una scelta controcorrente, preferendo stampare il disco in sole trecento copie, nonché di non pubblicare le canzoni sulla rete per il download o l'ascolto in streaming. Una decisione che dimostra la volontà di perseguire una linea coerente: preferire il supporto fisico e caldo a quello immateriale e freddo. 
È possibile prenotare l'album scrivendo a ventunonervi@libero.it
L'imminente pubblicazione di E sia è stata anche l'occasione per scambiare due chiacchiere con Vanni La Guardia (voce e basso), Anna Maria Stasi (voce, scenografie), Anna Surico (chitarre e synth) e Guido Lioi (batteria e percussioni), che ringrazio per la disponibilità.

Domanda. Inizio con una curiosità. Se non sbaglio, il vostro precedente album, Canti notturni, era stato licenziato semplicemente a nome C.F.F. Adesso ritorna "Il Nomade Venerabile"; posso chiedervi il motivo di questa scelta?

Risposta (Vanni). Sì, non sbagli. Nel 2014 si è aperta una parentesi, nella storia dei C.F.F. e il Nomade Venerabile, che necessitava di un abbreviamento del nome, in considerazione del fatto che, da quell'anno fino a tutto il 2018, ci siamo ridotti a un trio elettroacustico che, oltre ad avere rivisitato in quella chiave parte del repertorio dei C.F.F. e il Nomade Venerabile, ha pubblicato l'EP Al cuore e l'album Canti notturniÈ stata certamente una parentesi felice, ricca di nuovi incontri molto stimolanti, umanamente e professionalmente, di numerosi concerti, di palchi importanti e premi prestigiosi (su tutti, ricordiamo sempre con particolare emozione la vittoria del “Premio Pierangelo Bertoli”); tuttavia, con l'ingresso in formazione del batterista Guido Lioi (ex One Way Ticket), ci è sembrato naturale tornare al nome esteso e recuperare anche i lati più elettrici, distorti e punk-wave dei nostri background musicali.


D. Già in Canti notturni era evidente il rapporto tra musica e poesia, riproposto in maniera ancora più evidente nel nuovo lavoro. Quanto è importante per i C.F.F. la commistione tra diverse forme d'arte?

R. (Anna Maria). In un progetto come il nostro la multidisciplinarietà è congenita, è parte essenziale della nostra identità. Ci siamo sempre sentiti un po' stretti nelle maglie della sola forma-canzone, i nostri percorsi creativi e compositivi finivano inevitabilmente per traboccare in altri campi. Così abbiamo fatto di questa esigenza espressiva la nostra cifra stilistica. Fin dagli esordi, nel 1999, abbiamo portato sul palco video-installazioni e teatro-danza, affidando ad una performer, membro della formazione a tutti gli effetti, al pari di voce e strumenti, il compito di “dare corpo” ai testi delle nostre canzoni. Abbiamo inoltre musicato la poesia Spleen di Charles Baudelaire nella canzone intitolata Un jour noir contenuta nell'album Lucidinervi, abbiamo scritto e suonato dal vivo le musiche di scena per lo spettacolo Il mio inv(f)erno...vita da zingaro sulla storia del pugile sinti Johann “Rukeli” Trollmann che osò sfidare il regime nazista, passando da campione dei pesi medi a deportato nel lager di Neuengamme. Alla sua vicenda è, tra l'altro, ispirato il testo della canzone Come fiori contenuta in Canti notturni. Ci fa piacere ricordare inoltre che, proprio di recente, la cooperativa sociale “Progetto promozione lavoro”, che si impegna nella promozione ed ideazione di progetti artistici rivolti alle persone diversamente abili, nell'ambito del progetto “Musical-Mente: Sfumature Sonore”, ha lavorato sulla nostra rilettura di Ho visto Nina volare di Fabrizio De André, con la partecipazione dei cari amici Yo Yo Mundi. Gli ospiti della cooperativa hanno guardato il videoclip di animazione della canzone, realizzato da Ivano A. Antonazzo, realizzando degli elaborati, sulla base delle suggestioni ricavate da immagini e testo. La commistione migliore resta sempre quella tra l'arte e la vita.


D. Se doveste definire questo nuovo album con tre aggettivi, quali usereste?

R. (Anna). Poetico, perché i testi dell'intero album, per la prima volta, sono delle vere e proprie poesie tratte dalla raccolta E sia (da cui prende il nome anche l'album) della poetessa Grazia Procino. Romantico, perché gran parte delle suddette poesie sono canti d'amore di una bellezza struggente ed i suoni e le melodie che li accompagnano, soprattutto nella prima parte dell'album (il lato acustico), avvolgono ed amplificano questa attitudine romantica. Emotivo, perché questo album è figlio di un tempo strano, vuoto, fermo. Un anno fa non immaginavamo neanche lontanamente uno scenario del genere. 


D. La veglia è impreziosita da Andrea Chimenti, tra le voci più intense della new wave, e più genericamente del rock nostrano. Com'è stato lavorare con lui?
R. (Vanni). La partecipazione di Andrea Chimenti nel brano La veglia è nata in punta di piedi, per poi travolgerci emotivamente. Da quando lo abbiamo composto, abbiamo immaginato il suo meraviglioso timbro, lo trovavamo particolarmente consono alle atmosfere musicali e alle parole del testo, al punto che ci sembrava di sentirlo cantare! Una mattina mi sono deciso a scrivergli, allegando alla e-mail il file audio del brano e chiedendogli se avesse avuto piacere di aggiungere la sua voce. Sarei stato molto felice anche soltanto di un suo parere, anche perché era la prima persona che lo ascoltava, oltre a noi del gruppo. Mi ha presto risposto che il brano era bellissimo e che accettava subito, senza nulla in cambio, sottolineando quanto fosse (e sia) importante supportarsi a vicenda, tanto più in un periodo complicato e difficile come quello che stiamo attraversando. Senza retorica alcuna, posso tranquillamente affermare che quando abbiamo ascoltato per la prima volta la sua voce su La veglia, ci siamo commossi. Andrea è un artista straordinario ed eclettico, oltre ad essere una persona dalla sensibilità speciale e preziosissima.

D. Questo periodo è durissimo per chi vive di musica, perché le occasioni di suonare dal vivo si sono praticamente azzerate. Come state vivendo, come band, questa lunga emergenza?

R. (Guido). La stiamo vivendo di certo non bene. Per noi artisti è fondamentale potersi esibire di fronte ad un pubblico, perché è proprio sul palco che il lavoro di mesi trova la sua massima espressione. Ci auguriamo di poter ritornare a calpestare quei tappeti e quelle pedane il prima possibile, per noi è una necessità. Non parliamo poi dei problemi di natura economica che tutti gli operatori del settore stanno subendo. La situazione è davvero precaria, è difficile vivere senza sapere cosa succederà nel prossimo futuro e in attesa di fantomatici sussidi che sembrano più un'elemosina. Non ci resta che sperare che lo sforzo che noi tutti stiamo facendo possa riportarci al più presto alla “normalità”.

C.F.F. e il Nomade Venerabile (2021)

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