Un cilentano in Europa era il
titolo della mostra dedicata a Paolo de Matteis, tenutasi l’anno scorso al
Museo diocesano di Vallo della Lucania. Non esiste in effetti una formula più
felice per definire il più importante pittore cilentano, nato a Piano Vetrale
nel 1662 e operante in tutta Italia, Francia e Spagna. Le sue opere, oltre che
in diversi centri del Meridione, si trovano nelle più suggestive capitali
europee: Roma, Londra, Parigi, Madrid e Vienna.
E proprio a Roma il de Matteis
si recò in diverse occasioni, lasciando tracce importanti della sua arte
pittorica. Alcune di queste opere sono di proprietà privata, oppure si trovano
in collezioni raramente aperte al pubblico, come il Palazzo Rospigliosi. Almeno
due tele, invece, sono facilmente accessibili, per giunta gratuitamente, in
quanto si trovano in due tra le più importanti basiliche romane: Santa Maria
sopra Minerva e Sant’Andrea delle Fratte. Pochi cenni artistici sono
sufficienti per comprendere la rilevanza di queste chiese. Santa Maria sopra
Minerva, che si trova a due passi dal Pantheon, ospita pregevolissimi dipinti
di autori dei secoli XV-XVIII (Filippino Lippi, il Verrocchio e tanti altri),
nonché gruppi scultorei del Bernini e una celebre statua di Michelangelo
raffigurante il Cristo. Inoltre, in questa Basilica è il sepolcro di S.
Caterina da Siena. La Basilica di Sant’Andrea delle Fratte, non distante da
Piazza di Spagna, è celebre invece per l’originale campanile opera del
Borromini; anch’essa racchiude al suo interno opere pittoriche e scultoree di
indubbio valore. Questi sommari dati sono sufficienti per capire l’importanza
di Paolo de Matteis, i cui lavori si trovano negli stessi luoghi dove hanno
operato alcuni dei più grandi maestri del passato.
Dei due dipinti di de Matteis
non sono riuscito a trovare alcuna immagine sulla rete; ho deciso pertanto di
fotografarli, in modo da farli conoscere, sia pure virtualmente, a chiunque
fosse interessato. Di fronte a queste opere ho provato una forte emozione,
pensando a come un uomo proveniente da una terra povera e quasi sconosciuta
sia riuscito a lasciare il suo nome ai posteri, destinandolo all’immortalità.
Invito dunque tutti i cilentani che si recano a Roma ad abbandonare per un
momento gli itinerari consueti e abusati, per ritrovare un pezzo importante
della loro terra d’origine.
Nella Basilica di Santa Maria
sopra Minerva, nella cappella di San Domenico (a sinistra rispetto all’abside),
si trova la meravigliosa pala d’altare raffigurante La Madonna che offre
l’icona con San Domenico tra S. Caterina e S. Maria Maddalena, dipinta dal de
Matteis tra il 1723 e il 1726. Nella stessa cappella è sepolto il Pontefice
Benedetto XIII. La tela è interessante per almeno due ragioni, oltre che per la
superba tecnica pittorica. In primo luogo, notevole è il contrasto tra la
Maddalena, raffigurata con povere vesti da popolana, e Caterina d’Alessandria,
la cui origine nobiliare è evidente nell’abito ricercato e nei gioielli che la
adornano. Un altro particolare mi ha colpito: la presenza di un “dipinto nel
dipinto”. La Madonna, infatti, aiutata dalle due Sante e da un putto, sorregge
una vera e propria icona, con tanto di cornice, ove è riprodotta l’immagine di
S. Domenico.
La seconda opera, forse di
minore impatto emotivo ma egualmente significativa, si trova sulla volta della
sagrestia della Basilica di Sant’Andrea delle Fratte. È visibile attraverso una
porta a vetri, ma, se domandate ad un frate, vedrete esaudito di buon grado il
vostro desiderio di ammirarla più da vicino. Il dipinto è intitolato San
Francesco di Paola e l’estasi delle tre corone e raffigura una delle vicende
mistiche e soprannaturali che caratterizzarono la vita del celebre Santo,
quando venne trovato da alcuni suoi confratelli in estasi, sollevato da terra e
con tre corone luminose che gli cingevano il capo.
Un itinerario insolito e
affascinante, per onorare un personaggio che ha portato un po’ di Cilento
nell’eterna città dei Papi.