Nel punto di intersezione tra Piazza Venezia e Via del Corso sorge un
palazzo seicentesco rimasto chiuso per decenni, da poco riaperto alla
collettività. È chiamato Palazzo Bonaparte, perché dal 1818 al 1836 vi dimorò
Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone. Si narra che la nobildonna
trascorse la prima parte del soggiorno romano tentando con ogni mezzo
diplomatico la liberazione del figlio, in esilio a Sant'Elena, interpellando
persino il Pontefice. Gli ultimi anni, invece, scivolarono via nel silenzio
della preghiera e della rassegnazione, fino ad un definitivo allontanamento
dalle cose del mondo, aggravato dalla rottura del femore che le impedì di
lasciare la casa.
Accompagnata dal padre spirituale, o più di frequente da una dama di
compagnia, amava trascorrere i lunghi pomeriggi romani in un balconcino coperto
ad angolo, chiamato anche “bussolotto”. Qui poteva osservare il passaggio di
Piazza Venezia e Via del Corso, ammirare con un unico colpo d'occhio la vita
brulicante dei luoghi nevralgici della città, il tutto senza essere vista. Le
imposte spioventi del caratteristico balconcino, infatti, celano chi si
affaccia agli occhi dei passanti. È la sensazione del “guardare senza essere
visti”, che donna Letizia e le sue dame di compagnia provavano nelle
interminabili giornate di un esilio autoimposto.
Oggi un'intera ala di Palazzo Bonaparte è aperta ai visitatori, ed è un
altro spazio espositivo che si aggiunge all'offerta culturale della città. Nove
stanze complessivamente, corrispondenti all'appartamento della Ramolino, tutte
riccamente decorate con stucchi, affreschi allegorici e meravigliosi caminetti.
Non resta nulla degli arredi originari, a parte una copia in gesso della statua
raffigurante Napoleone, commissionata dallo stesso Imperatore a Canova. Meravigliosi
anche i pavimenti dell'epoca, protetti ma visibili grazie a pannelli di
plexiglass. Il percorso si conclude nella stanza da letto della Ramolino,
passando per il vestibolo d'ingresso, la splendida sala dei ricevimenti e il
già menzionato “bussolotto”. Anche il visitatore moderno può così riposare un
momento sui sedili in legno, magari proprio nel punto in cui la madre di
Napoleone trascorreva le sue giornate romane, osservando la vita di centinaia
di persone senza essere vista.
Tutte le foto sono state scattate da me; chiedo cortesemente, a chiunque volesse utilizzarle, di citare la fonte.
La copia in gesso della statua di Napoleone, opera di Canova
Il soffitto affrescato del salone dei ricevimenti
Il celebre balconcino ad angolo, o "bussolotto"
Particolari delle decorazioni del balconcino
Il Palazzo da solo vale una visita, ma un'occasione in più è data dagli eventi che periodicamente ospita. Attualmente – e fino al prossimo otto marzo – è in programma l’interessante mostra Impressionisti segreti, che espone cinquanta opere di importanti pittori impressionisti, “segrete” perché provenienti da collezioni private, normalmente celate al grande pubblico. Sono rappresentati i grandi autori francesi come Monet, Manet, Gauguin, Caillebotte, Renoir, Seurat, Laugé, nonché alcuni provenienti da altre nazioni, come l'italiano Zandomeneghi. La mostra è ben curata, gli spazi sono ampi e ogni opera è corredata da un'esaustiva didascalia esplicativa.
G. Caillebotte, Una strada a Napoli
P.A. Renoir, Ritratto di Madame Josse
A. Laugè, Dinanzi alla finestra
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