La notizia della ristampa di Elettromacumba, a venticinque anni dalla sua uscita, ha colto di sorpresa molti fan di vecchia data dei Litfiba. Il primo album senza Piero, o se vogliamo il primo con Cabo, non era mai stato ristampato e addirittura non appare sulla discografia ufficiale della band. Se infatti si naviga sul sito del gruppo, si passa direttamente da Infinito a Grande nazione, ignorando completamente i tre dischi di inediti senza Piero Pelù. La ristampa di Elettromacumba, con tanto di firmacopie di Ghigo e Cabo, ha inevitabilmente riportato alla mente quei giorni di inizio Millennio che per tanti appassionati di rock italiano furono un piccolo shock.
Ovviamente tutto va contestualizzato all'epoca e all'età, ma se ripenso a quel giorno in cui fu annunciata la separazione tra Ghigo & Piero, ricordo benissimo il senso di sconforto che mi prese. Avevo poco più di quattordici anni e i Litfiba erano stati il mio primo vero amore musicale. Negli anni successivi ho acquistato centinaia di dischi e ampliato il mio bagaglio musicale, eppure i Litfiba occupano tuttora un posto privilegiato nel mio cuore, assieme ovviamente ai C.S.I. Il primo loro disco che acquistai fu la musicassetta di Mondi sommersi nell'agosto del 1997, pochi mesi dopo la sua pubblicazione. Seguì l'acquisto di tutta la discografia precedente, da Desaparecido in poi, fino all'uscita di Infinito e al successivo annuncio dello scioglimento.
Infinito si rivelò una delusione, sebbene col tempo l'abbia rivalutato, come ho scritto altrove. Eppure alla sua uscita non mi piacque: troppo pop, con canzoni perfino imbarazzanti (Mascherina) e altre che tradivano una virata verso il commerciale (Il mio corpo che cambia) che mal digerii. Il primo disco di inediti che avevo atteso e desiderato era stato un mezzo fallimento, come constatai da subito ascoltando su Radio Rai la presentazione in diretta dell'album. Circa un anno dopo, quando venne annunciato che la band avrebbe pubblicato un nuovo disco con una formazione rinnovata, senza Piero e con lo sconosciuto Gianluigi Cavallo alla voce, fu un altro colpo al cuore, l'ennesimo. Ricordo che ne parlai a scuola con l'unico amico che, come me, pensava che ascoltare musica fosse una cosa seria: impianto hi-fi (anche se all'epoca avevo un compattone Aiwa) e cd rigorosamente originali. Anche lui era spaesato, ma la sua curiosità virava verso l'ottimismo, mentre io la vedevo nera e consideravo l'arrivo del nuovo cantante come un affronto e un tradimento.
Eppure Elettromacumba lo acquistai: prima cautelativamente in copia pirata a 5.000 lire su una bancarella e poi, dopo qualche ascolto di rodaggio, originale a 26.000 lire alla compianta Ricordi Mediastore di Via del Corso. Mi costava ammetterlo, eppure mi piaceva. Anzi, dirò di più: mi piaceva infinitamente più di Infinito. Certo, la voce di Cabo mi sembrò da subito un tentativo di imitazione dell'inconfondibile timbro di Pelù, eppure il disco mi conquistò con le canzoni. Come ho già precisato, tutto va contestualizzato con l'età. Oggi sono consapevole che i tre LP del periodo Cabo sono dei lavori onesti e non certo dei capolavori, sebbene su Insidia andrebbe fatto un discorso più approfondito. Tuttavia all'epoca avevo quindici anni ed Elettromacumba placava la mia sete di elettricità rimasta insoddisfatta con Infinito. Brani come Il giardino della follia, Piegami, Dall'alba al tramonto e soprattutto Spia, hanno quell'energia che si era un po' persa negli ultimi due dischi dei Litfiba classici.
Se la nuova incarnazione dei Litfiba ebbe vita breve, senza decollare mai veramente, a mio avviso dipese dalla scelta di mantenere il nome. Ghigo, come noto, con ostinazione decise di tenere il marchio Litfiba. Questo forse è stato un errore, in primo luogo perché è stata una scelta divisiva. Moltissimi fan di vecchia data, se non la maggioranza, rimasero infatti fedeli a Piero e non seguirono la nuova line-up. Probabilmente se la nuova band si fosse presentata con un altro nome, avrebbe avuto ben altro successo e riconoscimenti, al di là degli inevitabili ma in tal caso innocui paragoni col passato. Mantenere il nome Litfiba si è rivelata un'arma a doppio taglio, perché per quanto Gianluigi Cavallo fosse un ottimo musicista e un carismatico vocalist, i "Litfiba del 2000" non avrebbero potuto reggere il confronto con la figura di Piero, con la propria storia ventennale e con album capolavoro come Desaparecido o 17 Re.
A distanza di venticinque anni le polemiche e le prese di posizione non si sono placate e anzi sono state rinfocolate dalla recente ristampa di Elettromacumba. Io non l'ho acquistata perché sono affezionato alla mia copia in cd; sicuramente invece comprerò la ristampa di Insidia non appena disponibile, si spera a settembre. Da più parti poi si chiede un tour celebrativo del periodo post-Piero, portando in concerto i tre album datati 2000-2005. Sebbene sia consapevole che sarà molto difficile, mi unisco al coro degli speranzosi. Mai dire mai.
Ghigo & Cabo nel libretto interno di Elettromacumba
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