9 maggio 2017

"Nuda e senza pudore" di Attilio Crepas: il ritratto del chiromante

Nel giugno del 1944, nel pieno del secondo conflitto mondiale, uscì per i tipi di un’oscura casa editrice romana, la Apollon, un curioso saggio di argomento esoterico. Nuda senza pudore ne è l’accattivante titolo, pensato per catturare l’attenzione dei potenziale lettori. Due elementi, però, consentono già ad una prima occhiata di distinguerlo da un pruriginoso romanzo d’appendice: l’immagine di copertina e il sottotitolo. Il disegno, una xilografia opera del celebre pittore Diego Pettinelli, raffigura il palmo di una mano circondato da simboli astrologici e raffigurazioni di divinità. Il sottotitolo, poi, chiarisce il contenuto del libro: “vita segreta dei chiromanti”. Ad essere senza pudore è dunque la mano, perché solo la palma nuda «ad occhio conoscitore può rivelare, di noi, segreti e tendenze, indovinare ore del passato, divinare le future».
Attilio Crepas, secondo le scarne notizie rinvenibili sulla rete, era un giornalista de La Stampa di Torino. Nuda e senza pudore raccoglie una serie di articoli, riveduti e sistemati, che egli scrisse tra il 1938 e il 1944 per il prestigioso quotidiano. La prosa è garbata, semplice, ammiccante verso il lettore, a cui l'autore  si rivolge in tono amicale e confidenziale. La lettura risulta così agevole e finanche appassionante, grazie ad un registro volutamente didascalico.
Il saggio è il resoconto dei viaggi che il Crepas fece in Italia e all’estero (Francia ed Egitto) alla scoperta della vita segreta dei chiromanti. Le tappe principali furono Trieste, Roma e Napoli. A Trieste incontrò uno dei più celebri veggenti di quegli anni, il professor Renato Damiani, che ebbe l’onore di leggere la mano a personaggi del calibro di Saba, Pirandello, Stuparich, Franz Lehar e altri. A Napoli si imbattè in madame Frisiello, allieva dell’Aimi, autore del primo manuale sulla chiromanzia pubblicato in Italia. Crepas offre un ritratto semiserio di tutti i personaggi incontrati, illustrandone accuratamente le differenze di pensiero e di modus operandi. Il libro fornisce anche alcune nozioni basilari di chiromanzia, corredate da una trentina di tavole in bianco e nero. Viene in particolare spiegato il significato delle linee, dei monti e delle isole, che fanno assomigliare le mani ad una vera e propria carta geografica.
L’autore concentra la sua analisi su tre aspetti, che rappresentano altrettanti campi di indagine della chiromanzia. Il primo, verso il quale Crepas è decisamente scettico, è quello della divinazione, in cui la lettura del palmo è strumento per predire il futuro. Il secondo è quello conoscitivo, in cui la mano è una mappa in grado di racchiudere le caratteristiche psichiche e caratteriali dell’individuo. Residua, infine, l’aspetto più propriamente scientifico, cui l’autore dedica l’ultima parte del saggio: la dattiloscopia, quale strumento di indagine criminale.
Alla fine della lettura si rimane suggestionati e si è portati a guardarsi le mani, per scoprirvi magari dei segni propiziatori. Oppure il lettore, quasi intimorito da quanto le palme nude sanno rivelare, potrebbe essere spinto a nasconderle nelle tasche o a coprirle con dei guanti, perché la nudità più gelosa è proprio quella delle mani.
Inutile dire che il saggio non è stato mai più ristampato; sarà dunque difficile (ma non impossibile) scovarlo negli anditi più riposti di qualche libreria esoterica.
 
Una tavola tratta dal libro e la copertina

Nessun commento:

Posta un commento

Commenta l'articolo!