8 maggio 2021

"Gloria Mundis": il suono estetizzante degli Underground Life

Per avere un'idea di quanto la proposta degli Underground Life fosse eccentrica, basta paragonare il loro terzo LP, Gloria Mundis, a due dischi di rock cantato in italiano usciti nello stesso anno 1988: Litfiba 3 e Boxe dei Diaframma. Il terzo disco dei Litfiba segnava una duplice svolta, in direzione della forma-canzone tradizionale (dopo le sperimentazioni di 17 Re) e delle tematiche socio-politiche che avrebbero animato buona parte della successiva carriera della band fiorentina. Boxe è invece il primo passo dei nuovi Diaframma, quelli che seguiranno l'uscita di Miro Sassolini, virando verso un “cantautorato rock” tipicamente nostrano nelle parole, nelle melodie e nelle intenzioni. In entrambi i casi, si trattò di un definitivo abbandono delle atmosfere plumbee della prima new wave italiana. Gli Underground Life, invece, con Gloria Mundis proseguirono con radicalità sulla strada tracciata, definendo in maniera ancora più netta una personale estetica del suono. Se l'esordio di The Fox (1983) era ancora fortemente legato alle tendenze d'oltremanica, Filosofia dell'aria (1987) segnava la felice svolta dell'uso della lingua italiana. Gloria Mundis è invece il lavoro della maturità, il miglior capitolo della loro discografia. Non a caso, ascoltandolo attentamente, è possibile rinvenirvi le tracce primordiali dell'attività solista del leader Giancarlo Onorato, iniziata a metà degli anni Novanta.
La formazione, oltre al citato Onorato alla voce e chitarra, era completata dal fratello Enzo al basso e da Lorenzo La Torre alla batteria. Gloria Mundis è un disco rock, affermazione non certo scontata quando si parla degli Underground Life. Sebbene si tratti di una definizione parziale e volutamente imprecisa, rende l'idea del predominio delle chitarre elettriche rispetto agli altri strumenti. Andando più a fondo, si potrebbe parlare di una proposta raffinata, che mescola nello stesso crogiolo l'elettronica degli Ultravox, l'art-rock di Bowie, le cupe ossessioni di Ian Curtis e il gusto tutto italiano per la melodia. E come tacere della sostanza poetica dei testi, delle evocazioni quasi cinematografiche della parola cantata? Gloria Mundis è quanto di più si avvicina, almeno in Italia, all'idea di una musica totale, un esperimento sonoro che abbraccia contemporaneamente le altre arti, in primis la pittura, il teatro e la poesia. Non a caso Giancarlo Onorato è anche un apprezzato scrittore e pittore. Peraltro, il disco doveva essere prodotto in origine da John Foxx, al quale nelle note di copertina va un sentito ringraziamento «per l'esclusivo interesse e la disponibilità dimostrata»
Se le cose stanno così, l'analisi traccia per traccia ha poco senso, ma vale a farsi un'idea. La partenza di Giorno automatico è bruciante: «Mitizziamo i nostri giorni, / rendiamoli gesti architettonici, / sfondiamo il ventre alle abitudini / e incendiamo i lavoratori». Al buio con te è invece una summa del suono degli UL: un leggero tappeto elettronico su cui si innestano chitarra elettrica e violino, con continui e decisi cambi di ritmo. È un brano allucinato e trascinante, impossibile da incasellare in un genere. La terza traccia, Il pensiero come anima, è una perfetta compenetrazione di musica e poesia, che riprende le visioni del Bowie berlinese e le cala in una dimensione più soffusa, meno algida. Meritano anche la spettrale Glass house e l'incalzante Novantanovesimo piano. La chiusura è affidata a Tristezza ed estasi, un pezzo dalla struttura complessa e labirintica, in cui la parola prevale sulla melodia. 
Giunto alla fine della recensione, ho capito che la migliore definizione di Gloria Mundis è per sottrazione. Difficile dire che disco sia, molto più semplice dire quello che non è, tante sono le suggestioni – anche e soprattutto inconsce – che propaga. È un disco che viaggia lungo binari propri, un satellite remoto persino per quella galassia periferica che è stata la new wave italiana. Un satellite su cui sarebbe opportuno prenotare un viaggio: urge una ristampa.

Per conoscere meglio la storia degli UL, leggete questo.
La mia intervista a gianCarlo Onorato la trovate qui.
Gloria Mundis (1988): fronte
Retro del vinile

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