In un
mercato dei fumetti sempre più saturo, che vede progressivamente assottigliarsi
il numero dei lettori, puntare al rilancio di una testata che conta le quaranta
primavere è un'impresa meritoria. Come avevo già anticipato, Martin Mystère è
tornato alla mensilità dal numero 375 di maggio attualmente in edicola, dopo
essere passato alla bimestralità a partire dall'albo 279. Alfredo Castelli aveva
annunciato un ritorno alle origini e così è stato. E non tanto per la
riproposta del frontespizio originario o il formato bonelliano da 98 pagine,
quanto per la struttura degli albi, orgogliosamente classica.
Castelli non punta a rincorrere i nuovi lettori, preferendo invece fidelizzare i vecchi, che da un po' di tempo invocavano una linea editoriale coerente con la tradizione e al tempo stesso votata al futuro. Ottant'anni fa, questo il titolo dell'albo, inaugura il nuovo corso con un leggero restyling della grafica, che non è tuttavia la principale novità. Come ho detto, a cambiare è la struttura degli albi, in particolare la proporzione tra le varie componenti. Le pagine a fumetto scendono a 77, complice principalmente la riduzione della foliazione dovuta al ritorno alla mensilità. Rispetto agli altri albi di 98 pagine, tuttavia, Martin Mystère ha una quindicina di tavole in meno, perché viene dato ampio spazio alle rubriche. Chi già leggeva il bimestrale, ricorderà la pagina dedicata alla posta e alle novità, la tavola finale su Zio Boris (che ha sostituito da qualche anno quella degli arretrati), nonché la rubrica sul “Cosa c'è di vero e cosa di inventato”, che approfondiva le tematiche mysteriose trattate nella storia a fumetti. Questi tre appuntamenti fissi sono stati mantenuti, sia pure con qualche cambiamento. La rubrica finale è stata rinominata Fantasmagoria e beneficia di un incremento di pagine, da tre a cinque, sebbene sia stata aumentata la dimensione dei caratteri. Alla tavola di Zio Boris è stata poi aggiunta una striscia dei Bonelli Kids, con Martin e Java da piccoli. Se avete fatto bene i conti, all'appello mancano una decina di pagine. Sono quelle che ospitano un'altra breve rubrica dedicata al mistero in generale, nonché un romanzo a puntate di Andrea Carlo Cappi, nella tradizione del feuilleton.
Come diceva qualcuno, sorge spontanea una domanda. Gradiranno i lettori questo “dimagrimento” del fumetto, a tutto vantaggio delle rubriche? Il divario rispetto ai numeri precedenti è netto e si fa sentire, sebbene Castelli abbia già assicurato che ci saranno anche storie in due o più numeri, in modo da dare maggior respiro alla narrazione. È ancora presto per dare un giudizio sul nuovo corso, bisognerà attendere almeno i primi cinque o sei numeri per farsi un'idea più circostanziata. Ritengo però che sorgerà un dibattito tra i puristi del fumetto, che vorrebbero 96 tavole illustrate, contrapposti a quanti invece apprezzano le rubriche come un necessario diversivo. La mia posizione è intermedia: ben vengano le rubriche, purché non tolgano troppo spazio alle storie a fumetti. Martin Mystère è una serie che necessita di approfondimenti critici, nessun dubbio in proposito. Ma davvero le rubriche hanno bisogno di un numero così consistente di pagine? Forse si potrebbe ridurre la dimensione dei caratteri delle rubriche, eliminando al contempo (o quasi) le illustrazioni, in modo da salvaguardare gli approfondimenti e aumentare lo spazio dedicato ai fumetti. Ritengo possa essere una soluzione salomonica, in grado di accontentare tutti. Questo è il mio auspicio per il futuro.
Venendo
brevemente alla storia a fumetti dell'albo n. 375, si tratta di un racconto
celebrativo, che festeggia contemporaneamente il nuovo corso della testata, gli
ottant'anni della Casa editrice e l'estro creativo del fondatore Gianluigi
Bonelli. È una storia godibile e divertente, da leggere tutta d'un fiato. Aspettiamo con ansia il numero di giugno, che dovrebbe dare il definitivo "la" al nuovo corso.
Castelli non punta a rincorrere i nuovi lettori, preferendo invece fidelizzare i vecchi, che da un po' di tempo invocavano una linea editoriale coerente con la tradizione e al tempo stesso votata al futuro. Ottant'anni fa, questo il titolo dell'albo, inaugura il nuovo corso con un leggero restyling della grafica, che non è tuttavia la principale novità. Come ho detto, a cambiare è la struttura degli albi, in particolare la proporzione tra le varie componenti. Le pagine a fumetto scendono a 77, complice principalmente la riduzione della foliazione dovuta al ritorno alla mensilità. Rispetto agli altri albi di 98 pagine, tuttavia, Martin Mystère ha una quindicina di tavole in meno, perché viene dato ampio spazio alle rubriche. Chi già leggeva il bimestrale, ricorderà la pagina dedicata alla posta e alle novità, la tavola finale su Zio Boris (che ha sostituito da qualche anno quella degli arretrati), nonché la rubrica sul “Cosa c'è di vero e cosa di inventato”, che approfondiva le tematiche mysteriose trattate nella storia a fumetti. Questi tre appuntamenti fissi sono stati mantenuti, sia pure con qualche cambiamento. La rubrica finale è stata rinominata Fantasmagoria e beneficia di un incremento di pagine, da tre a cinque, sebbene sia stata aumentata la dimensione dei caratteri. Alla tavola di Zio Boris è stata poi aggiunta una striscia dei Bonelli Kids, con Martin e Java da piccoli. Se avete fatto bene i conti, all'appello mancano una decina di pagine. Sono quelle che ospitano un'altra breve rubrica dedicata al mistero in generale, nonché un romanzo a puntate di Andrea Carlo Cappi, nella tradizione del feuilleton.
Come diceva qualcuno, sorge spontanea una domanda. Gradiranno i lettori questo “dimagrimento” del fumetto, a tutto vantaggio delle rubriche? Il divario rispetto ai numeri precedenti è netto e si fa sentire, sebbene Castelli abbia già assicurato che ci saranno anche storie in due o più numeri, in modo da dare maggior respiro alla narrazione. È ancora presto per dare un giudizio sul nuovo corso, bisognerà attendere almeno i primi cinque o sei numeri per farsi un'idea più circostanziata. Ritengo però che sorgerà un dibattito tra i puristi del fumetto, che vorrebbero 96 tavole illustrate, contrapposti a quanti invece apprezzano le rubriche come un necessario diversivo. La mia posizione è intermedia: ben vengano le rubriche, purché non tolgano troppo spazio alle storie a fumetti. Martin Mystère è una serie che necessita di approfondimenti critici, nessun dubbio in proposito. Ma davvero le rubriche hanno bisogno di un numero così consistente di pagine? Forse si potrebbe ridurre la dimensione dei caratteri delle rubriche, eliminando al contempo (o quasi) le illustrazioni, in modo da salvaguardare gli approfondimenti e aumentare lo spazio dedicato ai fumetti. Ritengo possa essere una soluzione salomonica, in grado di accontentare tutti. Questo è il mio auspicio per il futuro.
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