Old man & the gun è in
programmazione in questi giorni nelle sale italiane. Il film di David Lowery,
su soggetto dello scrittore americano David Grann, racconta l’incredibile
vicenda umana di Forrest Tucker, rapinatore incallito e re delle evasioni. Il
ruolo del protagonista è affidato a Robert Redford, che ha già annunciato il
ritiro dalle scene. E in effetti non poteva scegliere un’interpretazione
migliore per chiudere una carriera straordinaria; il film è praticamente
costruito intorno a lui, con la telecamera che indugia in intensi primi piani
sul viso scavato dalle rughe e sullo sguardo sornione che esprime più di mille parole.
Nel film Forrest ha settantacinque anni ed è a capo di una banda di tre
rapinatori in età da pensione. In due anni svaligiano un centinaio di
banche utilizzando sempre la stessa tecnica, che non prevede l’uso della
violenza; dà loro la caccia il detective John Hunt, un compassato poliziotto
interpretato da Casey Affleck. La pistola, che pure dà il titolo
alla pellicola, non compare praticamente mai, perché le vere armi di Tucker
sono l’eleganza e il sorriso, con cui convince i malcapitati impiegati a
consegnargli il denaro. L’occasione per redimersi, sia pure tardivamente, ha il
volto di Sissy Spacey, deliziosa vedova che Tucker incontra per caso e con cui
inizia una sincera relazione affettiva, che non riuscirà tuttavia a cambiarlo.
Uscito dal cinema, mi sono chiesto per quale ragione Forrest Tucker
meriti la nostra simpatia. Si potrebbe rispondere che si tratta del fascino del
male, oppure dello stereotipo del ladro gentiluomo, ma non basta. La verità è
che ci attira perché è un uomo che ama. Per lui la rapina è un
atto d’amore, forse non l’unico di cui è stato capace nella vita, ma certamente
il più importante, il solo che lo renda davvero felice; non a caso più volte nel film si fa riferimento al sorriso,
vero e proprio marchio di fabbrica delle sue scorribande. Un amore così esclusivo
da sacrificare persino gli affetti, come emerge chiaramente nel sorprendente
finale. A Forrest non interessano i soldi, che ammucchia senza riguardo in un
vano nascosto sotto il pavimento; per lui la rapina è il beau geste, l’azione elegante, quasi nobile, che lo eleva al di
sopra delle convenzioni dell’uomo medio, fino a renderlo un personaggio
eccezionale, fuori dal comune. Coerente con questa visione della vita, al
poliziotto che gli domanda se non esista un modo più dignitoso per guadagnarsi
da vivere, egli risponde semplicemente che «io
non sto parlando di guadagnarsi da vivere, io sto parlando di vivere».
Attenzione però ai fraintendimenti: il film non è un’apologia del male, non
passa il messaggio che i crimini siano giusti o quantomeno giustificabili. Se
dunque dobbiamo rispetto a Forrest Tucker, non è per le sue malefatte; è
piuttosto il rispetto che si deve ad un uomo che sacrifica se stesso per amore,
per quanto non comune e perverso sia tale amore.
Per tutte queste ragioni, Old man & the gun è innanzitutto un
film sulla libertà, tutto incentrato su un personaggio in sé negativo, ma
delicatamente anarchico; più precisamente, è un film d’amore, una
pellicola sull'amore per la libertà, il canto del cigno di un grandissimo
attore e un nostalgico ritratto di un’epoca che non c’è più.
Robert Redford è Forrest Tucker (da www.film.it)
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