Il Patna è una nave "rugginosa come una vecchia tanica" su cui sono imbarcati ottocento pellegrini in viaggio spirituale. Jim, di cui non conosciamo il cognome, ne è il primo ufficiale, sotto l'imperioso comando di un rinnegato tedesco. L'armatore sa che il Patna è poco più di un rottame, ma per sete di denaro accetta di caricarlo all'inverosimile di uomini, donne, anziani e bambini, attratti dai benefici mistici del pellegrinaggio. Nel corso di una notte apparentemente tranquilla, lo scafo del Patna impatta contro qualcosa che galleggia a pelo dell'acqua. Si apre uno squarcio e la nave sembra sul punto di colare a picco, sostenuta miracolosamente a galla da una paratia marcia. Il capitano e gli altri sgherri dell'equipaggio non hanno dubbi in merito al da farsi: anziché pensare alla sorte degli inermi passeggeri, calano in acqua una sola scialuppa per salvare la pelle, lasciando gli ottocento pellegrini a bordo della nave in procinto di affondare. Jim sulle prime esita, conscio dell'estrema gravità del comportamento dei suoi compagni. Infine, spinto da una forza irrazionale e invincibile, salta e si mette in salvo. Contro ogni pronostico, però, il Patna non affonda e viene rimorchiato da un bastimento francese di passaggio. La verità non tarda a emergere e i membri dell'equipaggio vengono sottoposti a processo.
Jim è un uomo che non si perdona il gesto, pure umanissimo, di essere fuggito. Per lui non c'è giustificazione che tenga: né la paura né l'incoscienza valgono a scagionarlo. Si ritira allora a Patusan, nelle foreste della Malesia, in mezzo a nativi tagliati fuori dalla civiltà che non possono sapere di quale colpa si sia macchiato l'uomo bianco che essi rispettano con il nome di tuan Jim, che significa pressappoco lord Jim. Filo conduttore di questo celebre romanzo di Conrad è dunque il tema della colpa da espiare. Il protagonista è il più intransigente giudice dei propri comportamenti: non si assolve, non cerca attenuanti o scriminanti. Se volessimo utilizzare una categoria cara ai criminologi, potremmo dire che Jim non attua meccanismi di neutralizzazione del conflitto, a differenza dei suoi sodali. Il capitano e gli altri membri dell'equipaggio tendono a minimizzare il danno, a negare la stessa umanità della vittima, a delegittimare i giudici e a negare la propria responsabilità. Jim invece non si perdona e anzi si autoinfligge la pena suprema per un marinaio: l'esilio volontario dal consorzio dei suoi simili, l'addio alla marineria e il ritiro sulla terraferma. Ciononostante, egli non sarà mai sereno, perché la colpa lo seguirà fino alla prematura fine. È questo forse l'aspetto più moderno del romanzo di Conrad, a torto considerato un semplice racconto d'avventura. In Lord Jim c'è l'azione, ma il più si svolge nella coscienza turbata del protagonista. Jim è moderno nella misura in cui è un antieroe, un uomo che ha perduto la propria identità e vaga nel mondo senza potersi scrollare di dosso il senso di fallimento e inettitudine.
Conrad utilizzò un curioso espediente narrativo: la vicenda è infatti raccontata da Marlow, amico e confidente di Jim, agli avventori di un'osteria in un porto orientale. Il pubblico di Marlow è muto e immaginario, finendo di fatto con l'identificarsi nello stesso lettore. La scelta di utilizzare un punto di vista terzo rende a tratti faticosa la lettura, in quanto il continuo intersecarsi di piani temporali e narrativi richiede nel lettore un notevole sforzo d'attenzione. Come ho già scritto, è improprio parlare di un romanzo d'avventura. Lord Jim non è un libro leggero, affronta anzi tematiche complesse e controverse con uno stile tutt'altro che immediato.
Concludo con una considerazione personale. Negli anni il volume è stato presentato da diverse case editrici come libro per ragazzi. Potrei capire se si trattasse di una riduzione o di un adattamento, ma le edizioni che ho avuto modo di vedere erano integrali e non differivano in nulla dal testo originale, se non per la presenza di qualche illustrazione. Ritengo che non sia un libro "digeribile" da un bambino o un adolescente, sia per le tematiche trattate che per il ritmo lento e lo stile aulico. Penso che per avvicinare un giovane alla lettura sia necessario offrirgli opere accattivanti e vicine alla sua sensibilità. Non parlo necessariamente di libri leggeri, ma fra tutte le possibili scelte Lord Jim non è la più adatta. Il mio giudizio probabilmente è inquinato dall'esperienza personale: pur avendolo letto in età adulta, ho faticato a concluderlo. Si tratta ovviamente di un grande classico, eppure in una biblioteca ideale inserirei altre opere dello scrittore anglo-polacco.
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