13 agosto 2020

Quando Venere omaggiò il Cilento con una ciocca dei suoi capelli

Il Cilento è terra del mito, forse più di ogni altra in Italia; basti pensare alla vicenda del nocchiero Palinuro, oppure alla sirena Leucosia. C'è un'altra leggenda, forse meno nota delle altre perché conosciuta soltanto a livello locale, eppure ugualmente affascinante. Si racconta che la dea Venere fosse di passaggio nel basso Cilento, quando un pastore notò la sua straordinaria bellezza e ne rimase folgorato. L'innamoramento si tramutò in ossessione, al punto che il giovane, nottetempo, tagliò una ciocca di capelli alla dea addormentata. Venere, furente per la mancanza di rispetto, in un primo momento pensò di punire in modo esemplare il pastore, mutando infine il suo intendimento per compassione. Trasformò allora la ciocca di capelli in una cascatella di acqua cristallina, e il giovane in una pianta sempreverde adagiata sul fondo del rivo, consentendogli di sublimare il suo amore in un eterno presente.
Nacquero così, secondo la leggenda, le cascate chiamate “Capelli di Venere”, che oggi si trovano nel territorio del comune di Casaletto Spartano, nel primo entroterra del basso Cilento, non lontano dalle celebri località costiere di Policastro e Sapri. Per custodirle e renderle visitabili è stata creata una meravigliosa oasi, accessibile al modico prezzo di tre euro. L'oasi si trova in località Capello, poco prima dell'ingresso al paese, lungo la strada che porta alla frazione Battaglia. Il corso d'acqua che dà vita alle cascate è il Rio Casaletto, altresì noto come torrente Bussentino perché è un affluente dell'importante fiume Bussento.
Diversi i punti di interesse, che rendono la visita al sito una tappa obbligata per chi si trova in Cilento. L'attrazione principale sono ovviamente i “Capelli di Venere”, le delicate e sottili cascatelle che l'acqua del Bussentino disegna scorrendo sopra le piante di capelvenere, che crescono direttamente sulle rocce. Le cascate sono sovrastate da un esile ponte in pietra, probabilmente di origine medioevale, non percorribile. Gli escursionisti più esperti possono decidere di risalire il corso sassoso del Bussentino, magari saltando da una pietra all'altra, in un vallone costeggiato da ombrosi boschi. I meno temerari possono invece visitare un antico mulino ad acqua, recentemente restaurato, che conserva alcuni cimeli di storia locale, come le testimonianze del passaggio di Garibaldi e Pisacane. Proseguendo il corso del torrente in direzione della foce, si arriva a una cascata artificiale, nei cui dintorni sono sistemati tavoli e sedili per la sosta.
L'Oasi Capelli di Venere è un sito silenzioso e selvaggio, lontano dai grandi flussi turistici eppure ricco di storia e suggestioni. Soprattutto, è la dimostrazione che il Cilento non è solo mare, e che anzi le radici del suo passato mitico si trovano anche nell'entroterra.
Ringrazio Sara Nigro per le fotografie.
L'ingresso all'Oasi

Le cascate dette "Capelli di Venere"

Il ponte medioevale sul Bussentino

Il corso del torrente
La cascata artificiale

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