Fino a una settimana fa non sapevo neppure chi
fosse John Kennedy Toole, né l'avevo mai sentito nominare. Faccio ammenda e
riconosco che la mia conoscenza della letteratura americana della seconda metà
del XX secolo è piuttosto limitata: Kerouac, Fante, Burroughs e qualcun altro.
Il nome di Toole si è aggiunto alla ristretta schiera dopo la lettura de La
Bibbia al neon, pescato per caso su una bancarella di libri usati. La scelta,
per quanto casuale, si è rivelata così azzeccata che ho deciso di procurarmi
l'altro suo libro, Una banda di idioti, recensito entusiasticamente da critica
e pubblico. Ho scritto “l'altro” e non “un altro” suo libro, perché John
Kennedy Toole è autore di due romanzi, per giunta pubblicati postumi. Si
suicidò nel 1969, all'età di trentadue anni, senza aver dato alle stampe un
solo volume; fu per la caparbietà della madre e l'intercessione dello scrittore
Walker Percy se nel 1980 Una banda di idioti vide finalmente la luce nelle
librerie americane.
Letteratura, Musica, Scrittura, Cinema, Arte e altri argomenti. Per un pensiero non allineato.
15 ottobre 2021
"La Bibbia al neon" di John Kennedy Toole: ombre dalla provincia americana
La prima edizione de La Bibbia al neon risale
invece al 1989, anche se in realtà è il primo libro di Toole in ordine
cronologico. L'autore lo ultimò all'età di sedici anni, giudicandolo troppo
acerbo e ingenuo per poter essere pubblicato. Sorge dunque un dilemma: se sia
giusto dare alle stampe un volume contro la volontà del suo autore. Se infatti
Toole tentò di far pubblicare Una banda di idioti, chiuse invece in un cassetto
il suo precoce esordio. Ovviamente non è possibile dare una risposta univoca;
di certo l'iniziativa fu presa dalla madre, per cui si presume che abbia fatto
la scelta più rispettosa della memoria del figlio. Al di là di questo aspetto,
è fuor di dubbio che sarebbe stato un peccato se questo libro non fosse mai
esistito. Certo ci sono delle ingenuità, sicuramente si nota una giovanile
esuberanza senza freni, eppure, se venisse offerto in lettura a scatola chiusa,
sono certo che nessuno lo bollerebbe come un prodotto adolescenziale. La Bibbia
al neon forse non è un grande romanzo, nondimeno è egualmente memorabile. Sfido
molti degli autori a noi contemporanei a diffondersi in pagine di così sofferta
intensità emotiva, nella descrizione lucida e commossa di un travaglio
interiore che non ha risposte.
Io narrante e protagonista è David, un bambino
che vive in una piccola contea della Louisiana, nella bigotta e sonnolenta
provincia americana. A vegliare sui costumi e sulla moralità degli abitanti ci
sono le supreme autorità di un ancien régime stantio e polveroso, eppure ancora
duro a morire: lo sceriffo, il pastore protestante e gli insegnanti. Simbolo
materiale di questa oppressione del pensiero è una grande bibbia al neon
piazzata sopra il tetto della chiesa, che di notte spande la sua luce
artificiale per tutta la valle, intimando ai nottambuli di pentirsi e orientare
i propri pensieri verso ciò che è giusto e casto. La famiglia di David è malvista,
perché ha in sé i marchi del peccato: nessuno è iscritto nei registri
parrocchiali e la zia Mae aveva un passato come ballerina e cantante in locali
di terz'ordine. Il romanzo inizia quando la zia Mae va a vivere a casa di
David, ancora bambino, e si conclude con la fine dell'adolescenza di
quest'ultimo. È dunque un romanzo di formazione, anche se inquadrarlo entro un
genere non rende pienamente giustizia. La Bibbia al neon è in primis un romanzo
corale e una feroce critica alla provincia americana a cavallo del secondo
conflitto mondiale: una società ripiegata su se stessa, razzista, classista,
incapace di slanci vitali, conformista fino alla fobia del diverso. In questo
contesto uno come David non può che soccombere. D'altronde, lui proviene da una
famiglia modesta, a cui si aggiunge una donna scandalosa come la zia Mae. É un
ragazzino immaginoso e solitario, che guarda il mondo da una prospettiva
eccentrica rispetto al comune sentire, in una società che non accetta siffatte
deviazioni.
Il romanzo può essere agevolmente diviso in
due parti. La cesura è rappresentata dalla morte del padre in guerra, nella
lontana Italia. Se nella prima parte predominano i toni ironici e soffusi,
nella seconda c'è un vero e proprio climax drammatico, che culmina nel doloroso
finale. La Bibbia al neon è un'opera che nelle prime pagine ti accarezza
docilmente, per poi colpirti senza pietà come un pugno allo stomaco. Affrontata
l'ultima riga, si rimane tramortiti. È giusto trattare così il lettore? Una
risposta non c'è, ma una cosa è certa: questo è l'effetto della vera
letteratura.
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