Il Monte Stella (o della Stella) è un
rilievo del Subappennino lucano che ha rivestito un ruolo centrale nella storia
locale, sebbene non appartenga alla schiera dei giganti del Cilento, ossia il
Cervati (1.899 m), il Panormo (1.742 m), il Faiatella (1.710 m) e il Gelbison
(1.705 m). Nonostante la ridotta altezza di 1.131 metri, "la Stella" ha una
centralità storico-antropologica che la rende più importante dei rilievi
citati.
In primo luogo, va ricordato che
l'area che si estende alle sue pendici corrisponde ai confini originari del
Cilento, il cosiddetto "Cilento antico". Nei tempi passati, la regione era
identificata con il territorio "al di qua del fiume Alento", dunque in
prossimità del monte. Non è un caso che gli unici paesi a cui sia stato aggiunto
nel nome il suffisso "Cilento" siano quelli che si trovano alle pendici o nelle
vicinanze della Stella: Sessa, San Mango, Laureana, San Mauro, Prignano,
Ogliastro, San Martino. Secondo alcune ricostruzioni storiche, sulla cima del
monte sorgeva Petilia, mitica capitale della confederazione dei Lucani,
circondata da mura megalitiche e inespugnabili di cui tuttora rimangono tracce.
Secondo altri quei massi sarebbero i resti di una fortezza di epoca medioevale,
nota come Castrum Cilenti; anche in questo caso ritorna il legame tra la
montagna e l'area di riferimento.
Oggi la vetta è raggiungibile percorrendo
a piedi numerosi sentieri, oppure seguendo una comoda strada asfaltata di sette
chilometri che parte dall'abitato di Omignano. Arrivati in cima si gode un
magnifico panorama che spazia dalla Piana del Sele a Capo Palinuro, nonostante
la presenza di un'ingombrante base radar di proprietà Enav. Sulla vetta
troneggia inoltre la chiesa della Madonna del Monte della Stella, una delle "sette sorelle" della tradizione locale, oggetto di secolare devozione.
Tra i tanti punti di interesse
storico-naturalistico del monte, segnalo un percorso breve, agevole e
facilmente raggiungibile, che conduce a tre alberi di castagno millenari. I
cosiddetti castagnoni cilentani sono dei veri e propri monumenti naturali. Sono
tra i castagni più antichi d'Europa, in quanto la loro messa a dimora sarebbe
avvenuta tra il V e il X secolo dopo Cristo, oltre mille anni fa. I tre giganti
hanno una circonferenza alla base che va dai quindici ai ventuno metri; le
parole e le fotografie danno un'idea, ma soltanto vedendoli dal vivo è
possibile comprenderne davvero l'eccezionalità. La strada più agevole per raggiungerli
è quella asfaltata che parte da Omignano e arriva sulla vetta; i castagnoni si
trovano più o meno a metà del percorso, a circa tre chilometri dal centro
abitato. L'imbocco del sentiero si trova presso un tornante ed è ben segnalato da
un cartello in legno e da alcuni massi scolpiti che raffigurano la Madonna del
Monte. Il sentiero è stretto ma facilmente percorribile e i tre castagnoni sono
a breve distanza l'uno dall'altro, sulla sinistra. Come ho detto, le parole e
le immagini non rendono l'idea di cosa significhi trovarsi di fronte a esseri
viventi che hanno attraversato
epoche e mutamenti storici, che erano lì ai tempi dei Longobardi e degli
Angioini. Se i tronchi rugosi potessero parlare, potrebbero chiarirci tanti
punti oscuri della storia cilentana, raccontarci del Castrum Cilenti, dei
monaci basiliani e finanche dei briganti che cercavano rifugio nei boschi della
Stella. Purtroppo questi giganti serbano gelosamente il loro silenzio e
chiedono che venga rispettato, almeno per altri mille anni.
Ringrazio Irene Nigro per avermi accompagnato e per le fotografie. Le immagini sono liberamente utilizzabili, purché venga indicata la fonte.
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