Lee
Fardon è un cantautore inglese che gode di buona popolarità in Italia. Ha
da poco pubblicato London Clay, un’antologia acustica dei suoi migliori
brani, con quattro inediti. È stata questa l’occasione per contattarlo e farmi raccontare qualcosa di
sé. Con grande disponibilità mi ha concesso un’intervista (che riporto anche in
inglese), in cui si rivela in tutta la sua sensibilità di artista. Ne viene
fuori il ritratto di un musicista che fa dell’onestà intellettuale il suo marchio di fabbrica.
Il
suo sito è http://www.leefardon.com/.
Domanda.
Su internet ho notato che molte persone in Italia si ricordano di te; inoltre,
hai fatto diversi concerti in città italiane qualche anno fa. Qual
è il tuo rapporto con questo Paese?
(Question. On the internet I observed that lots of people in Italy
remember Lee Fardon; besides, you made several concerts in Italian cities some
years ago. What’s your relationship with this country?)
Risposta.
Subito dopo la pubblicazione del disco "The God given right”, ho iniziato un
tour europeo in Olanda, Belgio e Germania. Abbiamo suonato in piccoli club e
pub; l’ultimo spettacolo era in Italia, a Varese, dove abbiamo suonato in un palazzetto
dello sport; lì c’è stata l’affluenza di pubblico maggiore dell’intero tour.
Non credevo che l’album fosse così conosciuto. Da allora ho fatto diversi tour
in Italia, ed è sempre andato tutto bene. Gli italiani sembrano avere un
particolare apprezzamento per l’arte.
(Answer. Just after the release of the God
Given Right I began a European tour through Holland, Belgium, Germany. We
played small clubs, bars; the last show was in Italy in a place called Varese,
the venue was a small sports stadium; it was our biggest audience on the whole
tour. I had no idea the album was so well known. Since then have toured in
Italy many times, and it’s always good. Italians seem to have a well developed
appreciation of art.)
D.
Ad avviso di molti recensori, “God given right” è il tuo miglior disco. Anche
se è stato scritto negli Anni Ottanta, penso sia ancora molto attuale. Hai
qualche ricordo particolare (o privato) riguardo questo album?
(According to some reviewers, “God given right” is your best disc. Even
if it was produced in Eighties, I think that is still contemporary. Have you
got some peculiar or private memories about this record?)
R.
“The God given right” è stato il mio secondo album, dopo “Stories of
adventure”. All’epoca in cui fu registrato, eravamo sempre in tour. Non avevo
un grande budget, e così il disco è stato registrato in sole due settimane, ma ho
sempre ritenuto che suona davvero bene dal vivo. L’ho prodotto assieme al mio
chitarrista, Jimmy Hall. Sono stato molto fortunato ad aver coinvolto anche Jan
Schelhaas, certamente il miglior organista Hammond che io conosca, anche se non
era un membro regolare della mia band. La formazione che suonò in quel disco
era composta da me (voce e chitarra), Jimmy Hall (chitarra), Colin Fardon
(basso), Jan Schelhaas (organo e piano) e Chris Brown (batteria). La
registrazione è stata breve, ma ogni momento rimane con me; ogni
cosa, sin dal momento in cui iniziammo, andò bene, era come se fossimo
benedetti. L’album sarà presto scaricabile dal mio sito.
(The God Given Right was my second
album, the first being Stories of Adventure.
At the time it was recorded my band and I were gigging hard, I did not
have a big budget so the whole album was recorded in two weeks, I always say
that to me it sounds like a really good gig. It was produced by me and my
guitarist Jimmy Hall. I was very lucky to get Jan Schelhaas the best Hammond
organist I know, as he was not a regular member of my band. The musicians were
Lee Fardon guitar and vocals, Jimmy hall guitar, Colin Fardon bass, Jan
Schelhaas organ and piano, Chris Brown drums. The recording of the God Given
Right was a short period of time yet every moment remains with me, everything
from the moment we started it went well, it was like we were blessed. God Given
right will soon be available as a download on my website.)
D.
Hai scritto molte canzoni; qual è la preferita e perché?
(You wrote so many songs; what’s the favorite and why?)
R.
É proprio “The
God given right”, che ho scritto per una persona a me molto cara. La melodia è
salita come un’onda, è stata schiacciante. Ci credevo davvero in questa
canzone. Ora, quando la ascolto o la suono, so che abbiamo un’unica occasione
di amare veramente. A quanto pare, è anche la mia canzone che Bob Dylan
preferisce.
(Has to be the God Given Right I wrote it for someone I cared for very
mush. The melody came to me like a wave, it was a bit overwhelming. I truly
believed in the premise of the song. Now when I hear it or perform it I know we
only get one chance at real love. Apparently its Bob Dylan’s favourite
song of mine.)
D.
Gli Anni Sessanta sono stati anni di rivoluzione, anche musicale. I Settanta
hanno conosciuto l’anarchia del punk. Come descriveresti gli Anni Ottanta, che
ti hanno visto protagonista?
(The Sixties were years of revolution, even in music. The Seventies were
the years of punk’s anarchy. How would you describe the Eighties, that was the
period in which you mostly played?)
R.
Ad essere onesti, non penso niente di particolare degli Anni Ottanta; io non
seguo le mode musicali, per me le cose sono cominciate alla fine degli Anni
Settanta e stanno ancora continuando. Non ero realmente consapevole di essere
negli Anni Ottanta; io scrivevo e mi esibivo senza curarmi del contesto.
Secondo me, c’è sempre stata, in ogni decennio, buona e cattiva musica.
(To be
honest I don’t think too much about the 80s. I don’t follow musical fashion,
for me things started in the late 70s and just continued I was not really aware
of being in the 80s I was writing and performing with no eye on the decade. In
my opinion there has been good music bad music in every decade.)
D.
Quali sono i modelli musicali, letterari ed artistici nella tua musica?
(What are musical, literary and artistic models in Fardon’s music?)
R.
Quando avevo dieci o undici anni mio padre mi regalò una copia di “Freewheelin”
di Bob Dylan. In capo ad un mese avevo la mia prima chitarra. Negli anni ho
imparato molto da lui, come ogni “songwriter” della mia generazione. Io, Warren
Zevon e Bruce, siamo tutti piccoli fratelli e sorelle di Bob.
(When I was
10 or 11 my father gave me a copy of Bob Dylan’s Freewheelin, within a month I
got my first guitar. Over the years I learnt from him like every song writer of
my generation. Writers like Warren Zevon, Bruce we are all Bobs little brothers
and sisters.)
D.
Che tipo di musica ascolti?
(What kind of music do you listen to?)
R.
Io non ascolto musica quando compongo, che poi è la maggior parte del mio
tempo, perché penso che possa confondere i miei pensieri, e non amo l’influenza
diretta che potrebbe suscitare su di me. Mi piace andare nei locali per
scoprire musicisti, trovare persone interessanti con cui lavorare. Per
rilassarmi, ascolto un disco di Joni Mitchell; mi conforta, la amo.
(I don’t
listen to music when I am writing which is pretty much all the time, I find it
muddies my thinking, and I don’t like the direct influence it imparts. I like
going to local venues to check out musicians, looking for interesting people to
work with. To relax I might put on a Joni Mitchell cd she sooths me and I love
her.)
D.
Dove trovi l’ispirazione per scrivere i tuoi pezzi? Nella vita di tutti i
giorni o nella tua immaginazione?
(Where do you find inspiration to write your songs? In everyday’s life
or in your imagination?)
R.
Non ho mai saputo rispondere a questa domanda; dipende dal momento. Forse ti
potrei raccontare di come e perché ho scritto “Sherriff and his sister”. Stavo
guardando un vecchio film in bianco e nero sulla Seconda Guerra mondiale. In
una scena, decine di ebrei di tutte le età venivano caricati sui treni; tra di
loro c’era un bambino di otto o nove anni e una bambina più piccola, che penso
fosse sua sorella, entrambi con la stella di Davide sul cappotto. Un soldato
tedesco stava per caricare la bambina sul vagone, ma il fratello glielo impedì;
volle lui aiutare la sorella a salire, per poi seguirla a sua volta sul treno. É stata la cosa
più triste e coraggiosa che abbia mai visto. L’intera scena è durata forse
trenta secondi. "The Sherriff and his sister” è su “London clay”.
(I never
know how to answer this question, usually moments in time. Maybe if I tell you
how and why I wrote the ‘Sherriff and his sister’. I was watching an old piece
of black and white film from the Second World War, this was the scene, scores
of Jews of all ages were being loaded on to trains, there was a young boy 8 or
9 years old and a younger girl I took to be his sister, both with stars on
their coats, a German soldier was about to lift the little girl into the box
car but the boy stopped him, lifted her
in to car himself the climbed in after her, It was the saddest and bravest
thing I’ve ever seen. The whole clip of film lasted about 30 seconds. The
Sherriff and his sister is on London Clay.)
D.
Potresti descrivermi il tuo nuovo disco, “London clay”?
(Could you describe me your new disc, “London clay“?)
R. "London
clay" è, in parte, un’antologia retrospettiva, acustica. Ho scelto le tracce dai miei
vecchi album – ad esempio “Together in heat”, presa da “God given right” – e le
ho rivisitate; include anche quattro nuove canzoni. È una
registrazione intima, con molte intense esecuzioni. Qualcuno ha
detto che sembra folk/soul? Forse è così. Di certo, è un lavoro sincero,
onesto.
(London
clay is a part retrospective acoustic style album, I choose songs from my past
albums for
example ‘Together in heat’ from the God given right’ and re-visited them also
it includes 4 new songs. It’s a very intimate recording, featuring some great
playing, someone said it sounds like folk/soul? Maybe it does. It’s certainly an
honest piece of work.)
D.
Il tuo futuro? Tornerai in Italia?
(Your future plans? Will you return in Italy for some gigs?)
R.
Ho girato l’Italia in passato ed è stato sempre entusiasmante; mi piacerebbe
tornare. Purtroppo il mio amico e agente Carlo Carlini è venuto a mancare
alcuni anni fa, e mi risulta difficile trovarne un altro. Ma di certo vorrei
sempre suonare in Italia. Il pubblico italiano è il più recettivo tra quelli
per cui ho suonato. Mi capisce.
(I have
toured in Italy in the past and it’s always been great, would love to come
back, unfortunately my friend and promoter Carlo Carlini passed away a few
years ago, and I am finding it hard to get another. But sure I would play Italy
any time. Italian audiences are the most understanding I have played for. They
get me.)
D. Che artista è Lee Fardon?
(What
kind of artist is Lee Fardon?)
R.
Che tipo di artista sono? Sincero, fiducioso che, ogni tanto, tutto possa
andare per il meglio. Mi impegno a raccontare i pensieri della gente, provando
a dare una conferma alle cose che già sanno.
(What kind
of artist am I? Honest, some time to honest, hopefully still developing. Striving
the clarify thoughts for people, trying to confirm things they already know.)
Lee Fardon, London Clay, foto tratta dal sito del musicista
Il nuovo disco, acquistabile su http://www.leefardon.com/
Per leggere la mia recensione di The God given right, clicca qui.
Lee...che mi fai ricordare! C'era quel disco, god give right, c'era la mia spider, c'era Lei...ora più niente.
RispondiEliminaChe tempi, gli Ottanta!!
Josh