È uno dei
dischi più presenti sui banchi polverosi dei mercatini dell’usato, ma rare sono
le notizie che è possibile trovare sulla rete. Senza voler esagerare, si può
affermare che Ras Mandal Reggae occhieggi un po’ ovunque sulle bancarelle d’Italia;
si dice, ma non so se è vero, che l’Iskcon (casa discografica e centro
culturale Hare Krishna) ne abbia stampate centinaia di migliaia di copie,
distribuite porta a porta, oltre che attraverso i canali ufficiali. Dalle poche
notizie reperibili, sembrerebbe che sia stato pubblicato anche in Francia, con
il titolo di “Dasanudasa” e testi in inglese.
Non è
nemmeno ben chiaro a chi vada attribuita l’incisione. È un disco di Claudio
Rocchi, del duo Rocchi-Tofani, di un gruppo chiamato Ras Mandal Reggae, oppure
un’opera di propaganda dell’Associazione internazionale per la Coscienza di
Krishna? Forse è tutto questo. All’epoca, nei primi anni Ottanta, Tofani e
Rocchi avevano aderito alla confessione religiosa indiana, e contribuivano a
propagarne in Italia la dottrina, sfruttando la loro popolarità. Nel disco sono
accompagnati da musicisti di tutto rispetto, come il batterista Mauro Spina
(già nella band di Eugenio Bennato), e da altri di cui non abbiamo più tracce,
come il bassista Kevin Douglas o il flautista Amyot.
Il clima dell’incisione
è quello di un convivio festoso, dove l’impegno religioso (e politico) si stempera
nella gioia collettiva. Inconfondibile la voce di Claudio Rocchi, mai sopra le righe, declamatoria come quella di un profeta.
Il genere è già
nel titolo: un dignitoso reggae di ispirazione religiosa, ma non di stampo
rastafariano; è un canto elevato a Krishna, un invito ad abbandonare i beni
materiali per seguire la spiritualità. Esemplare il testo de L’inganno, forse
la traccia più felice.
Il trono è una poltrona,
il regno un letto e quattro mura.
Un corpo da godere messo al centro di un progetto di piacere.
Sono in pochi ad aver capito cosa siamo,
che le chiese sono i corpi che abitiamo,
che Dio è dentro nel cuore di ogni uomo.
Ma il Signore viene e fa il suo gioco,
ha più luce di un milione di giorni di sole
e il buio e l'ignoranza vanno via.
il regno un letto e quattro mura.
Un corpo da godere messo al centro di un progetto di piacere.
Sono in pochi ad aver capito cosa siamo,
che le chiese sono i corpi che abitiamo,
che Dio è dentro nel cuore di ogni uomo.
Ma il Signore viene e fa il suo gioco,
ha più luce di un milione di giorni di sole
e il buio e l'ignoranza vanno via.
Tirando le
somme, resta un lavoro divertente, senza troppe pretese, abbastanza resistente
agli anni, che fa riflettere. Non è tuttavia imprescindibile; se
proprio si dovesse scegliere, meglio acquistare Un gusto superiore, del duo
Tofani-Rocchi. Ras mandal reggae è, al massimo, un utile completamento.
Una cosa però è certa: al giorno d'oggi, dischi così criptici e coraggiosi non se ne fanno più.
Una cosa però è certa: al giorno d'oggi, dischi così criptici e coraggiosi non se ne fanno più.
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