Nel numero di agosto/settembre, nello spazio dedicato alle anticipazioni,
Alfredo Castelli aveva risposto con la consueta ironia agli uccelli del
malaugurio che da anni puntualmente annunciano – o forse addirittura auspicano –
la chiusura della serie. Il creatore di Martin Mystère ha rivelato che senza
dubbio la serie chiuderà, ma solo perché, come tutte le creazioni umane, ha
avuto un inizio e avrà una fine. Nessuna chiusura imminente, dunque, a
beneficio degli appassionati. Soprattutto, si spera che le parole di Castelli
mettano a tacere una volta per tutte le malelingue.
Il numero 365 (ottobre/novembre 2019) attualmente in edicola, intitolato La
grande epidemia, è in qualche misura il segno della vitalità della testata,
sebbene sia fisiologico un calo di ispirazione dopo trentasette anni di
presenza costante nelle edicole italiane. Ho parlato di vitalità del
personaggio perché Martin sembra vivere una seconda giovinezza: è atletico, poco
propenso a dilungarsi in lunghi monologhi, pronto invece a fare a botte e
persino a calarsi da un condotto di aerazione grazie ad una tecnica appresa ad
Agarthi. Al tempo stesso, però, si ravvisa un calo d'ispirazione per l'utilizzo
di alcuni espedienti narrativi ormai abusati, un ritornello
sentito troppe volte. Parlo dell'irruzione dell'ennesima setta segreta non
meglio identificata, oppure dell'esplosione finale che risolve tutti i problemi,
soluzione forse catartica ma fin troppo sbrigativa. Al di là dei limiti, se si
legge l'albo senza preoccuparsi della continuity pretesa dagli appassionati di lungo
corso, si riscontrano almeno tre punti di forza. Il primo è nei disegni di
Romanini, che si mantiene fedele al personaggio e al contempo ci regala una
molteplicità di figure di sfondo e contorno, ivi compresa una manciata di belle
ragazze. Mi è poi piaciuta la maggiore propensione all'azione rispetto ad
alcuni albi del recente passato, in cui predominavano i toni eruditi e gli
immancabili “spiegoni”. La grande epidemia è invece un'avventura incentrata sul
presente, che possiede il serrato andamento di una storia di spionaggio e sorprende con diversi colpi di scena. Inoltre, viene affrontato un tema quanto mai
attuale, ossia il cambiamento climatico e le strategie da attuare al più presto
per salvare il pianeta.
La vicenda, sceneggiata da Belli con i disegni di Romanini, è interamente
ambientata a Vienna, dove il Buon Vecchio Zio Marty è invitato a presentare l'edizione
austriaca in versione economica dei suoi libri. Nella città asburgica, tanto
per cambiare, si sta verificando un evento senza precedenti, una vera e
propria epidemia di suicidi che colpisce inspiegabilmente persone che non hanno
una ragione per togliersi la vita. Partendo da questa “grande
epidemia”, la storia prende una piega imprevista, che porterà il Detective
dell'impossibile a venire a contatto con un oggetto antichissimo dalle
proprietà esoteriche, che i cattivi di turno vogliono utilizzare per
indirizzare le sorti del mondo e conformare l'umanità sotto un pensiero unico monolitico.
È un'avventura vissuta quasi interamente in solitaria, mancando i soliti
comprimari; Martin ha così modo di esaltare le proprie doti, su tutte l'intuito,
l'altruismo e la totale libertà di pensiero. Il nostro eroe viene messo di
fronte ad un quesito: è giusto barattare la libertà per la salvezza? O meglio,
è giusto salvare l'umanità e la Terra pagando il prezzo di un pensiero unico,
della sottomissione e dell'annullamento di ogni individualità? Martin non ha
dubbi e risponde di no, perché per lui la libertà viene prima di ogni cosa e la
salvezza dell'umanità non può essere imposta, ma deve essere il risultato di
scelte ponderate e condivise. Il punto più interessante dell'albo è proprio
questo: i cattivi sono paradossalmente quelli che vorrebbero salvare il pianeta, sia pure
attraverso un progetto aberrante. Martin Mystère, invece, si oppone al loro piano,
perché sa vedere le cose da un profilo morale più elevato.
Sperando
di non aver svelato troppo della trama, consiglio la lettura di questo numero
365, che peraltro ci rinfresca la memoria su uno degli eventi decisivi della
storia europea e della nostra cultura, ossia l'assedio di Vienna del 1638 da
parte degli Ottomani. Unico neo, come già detto, il finale troppo frettoloso. Spero che in futuro vengano adottate soluzione diverse, per
garantire ancora longevità e successo alla serie.
Martin Mystère n. 365 - La grande epidemia - Ott/Nov 2019