Il maledetto
libro di storia che la tua scuola non ti farebbe mai leggere, di Lorenzo Del
Boca, si inserisce nel filone storiografico “revisionista” che negli ultimi
anni ha ottenuto successo di pubblico, grazie soprattutto ad alcuni saggi che
forniscono una versione alternativa della vicenda risorgimentale e della genesi
della Questione meridionale. Il libro di Del Boca condivide pregi e difetti di questa
fortunata corrente. Il principale pregio è nella scelta di un punto di vista
non conforme alla vulgata ufficiale, ossia «la storia ideologizzata che si
presenta con le caratteristiche della propaganda». La storia, spiega l'Autore,
è sempre stata scritta per glorificare i vincitori e demonizzare gli sconfitti,
amplificando le virtù dei primi ed esagerando i difetti dei secondi. Egli si
propone pertanto l'ambizioso scopo di
riscrivere le vicende italiane degli ultimi due secoli secondo una prospettiva
eccentrica rispetto a quella dominante. L'obiettivo dei suoi strali polemici
sono ovviamente i libri scolastici, che peccano di
approfondimento e tendono ad assumere un punto di vista acritico, tutto orientato
in favore dei vincitori.
Ponendosi
come un'alternativa ai testi canonici, il saggio mantiene uno stile volutamente
divulgativo, a volte persino semplicistico. Vengono alla luce taluni limiti, che tuttavia non
inficiano la bontà complessiva del volume. Lorenzo Del Boca non è uno storico
di professione, ma un giornalista che si occupa di storiografia; sa dunque di
non dover perseguire l'asettica obiettività del professore, ma di potersi
lanciare in valutazioni personali, spesso irriverenti, indiscrezioni
giornalistiche, storie di letto che hanno il sapore del pettegolezzo. Si pensi
al giudizio sui Savoia: spietato, senza appello né indulgenza. Con ciò non
voglio certo affermare che uno storico debba essere servile o adulatore nei
confronti dei potenti; chiunque abbia un minimo di conoscenza della storia
italiana non può che avere un'opinione estremamente
negativa su Casa
Savoia. Eppure, lo storico di professione deve sapersi distaccare dagli eventi
narrati, vestendo l'indignazione con le parole e l'atteggiamento dello
scienziato, anziché con la rabbia del partigiano deluso. Libri come questo di
Del Boca, e altri dello stesso filone, scontano purtroppo un atteggiamento
caustico e indisponente, che li rende facile bersaglio degli storici
di professione. Spero di non
essere frainteso: lungi da me l'affermare che questi volumi non abbiano il
grande merito di aprire gli occhi del lettore, facendogli conoscere una verità
spesso diversa e più amara di quella edulcorata raccontata dai libri di scuola. Rimane però un
“sapore giornalistico”, che di per sé non è un male, ma li espone alle opinioni
non lusinghiere dell'accademia.
Il maledetto
libro è diviso in due parti, Ottocento e Novecento. La prima è sicuramente la
migliore e la più approfondita, offrendo un quadro esaustivo delle complesse
vicende che vanno dalla Restaurazione del 1815 all'uccisione di Umberto I ad
opera di Gaetano Bresci. Esemplari i capitoli dedicati alla conquista del Regno
delle Due Sicilie e degli altri Stati preunitari; Del Boca abbatte a picconate
l'agiografia risorgimentale, restituendoci un ritratto impietoso dei principali
protagonisti, da Garibaldi a Vittorio Emanuele II, passando per Cavour. Il
Risorgimento, spiega l'Autore, non è stato (solo) una redenzione guidata da
idealisti e anime belle, ma una bieca macchinazione costruita nelle cancellerie
europee, a danno di sovrani legittimi e ad esclusivo vantaggio delle mire
espansionistiche dei Savoia. La seconda parte è incentrata sulla Prima guerra
mondiale e sulla parabola del fascismo, fino a toccare – per la verità in
maniera superficiale – gli anni della Guerra Fredda. Ancora una volta Del Boca scruta
gli eventi con la sua lente demistificatrice, mettendo in luce la verità sul
primo conflitto mondiale, che fu solo una macelleria di proporzioni
inimmaginabili. E ancora, non tace delle rappresaglie perpetrate dai partigiani
dopo la caduta del regime, né della tragedia delle foibe.
Pur con i limiti evidenziati,
ritengo sia un'opera controcorrente, persino coraggiosa nello sforzo di
squarciare il velo di ipocrisia delle verità ufficiali, che da oltre due secoli
ci propinano un racconto di comodo, a uso e consumo dei soli vincitori. Consiglio
la lettura del volume a quanti conoscono per sommi capi la storia italiana
degli ultimi due secoli, magari per averla ascoltata a scuola e mai più
approfondita.
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