Come ho scritto nella prima puntata
di questa rubrica, a Roma ci sono innumerevoli tesori che si collocano ai
margini dei consueti giri turistici. Sono chiese, monumenti, edifici e
manufatti dal grande valore intrinseco, che tuttavia patiscono la concorrenza
di altre e più blasonate opere d'arte. Oggi vorrei consigliare un breve
itinerario, poco noto ma di grande impatto emotivo.
Via di Porta Latina e Via
di Porta San Sebastiano sono due strade silenziose (quando sono chiuse al
traffico veicolare) e immerse nel verde, che corrono quasi parallele e si
incrociano in Piazzale Numa Pompilio, in prossimità della casa di Alberto
Sordi, oggi museo. Percorrendo le due strade in un giro quasi circolare si
incontrano così tanti punti di interesse – anche se meno noti di altri – che
appare incredibile una tale ricchezza di attrattive in poco più di un
chilometro. In questo angolo di verde, che segue l'antico tracciato della Via
Appia, sembra di essere fuori città. Si incontrano tre sedi diplomatiche
(ambasciate di Canada e Norvegia, residenza dell'ambasciatore del Giappone),
due ville con alberi secolari (Parco degli Scipioni e Parco San Sebastiano),
due siti archeologici (Sepolcro degli Scipioni e Casina del cardinal
Bessarione), il Museo delle Mura e tre edifici
religiosi (San Cesario in Palatio, San Giovanni in Oleo e San Giovanni a Porta
Latina). Vorrei parlare proprio di queste ultime due, che costituiscono la
parte più interessante della visita.
L'Oratorio di San Giovanni in Oleo si trova
subito dopo il passaggio della Porta Latina, sulla sinistra. È un piccolo edificio ottagonale, che già dalle ridotte
dimensioni dà l'idea del raccoglimento e della preghiera. Secondo la tradizione,
sorge sulle rovine di un martyrium, edificato nel secolo V nel luogo dove il
Santo sarebbe stato immerso in un recipiente di olio bollente (in oleo),
uscendone miracolosamente illeso. Al tempo di Giulio II venne rinnovato su
progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, per assumere infine la forma
attuale nel 1658 ad opera del Borromini, su incarico del cardinale Francesco
Paolucci. Il Borromini si occupò del piccolo oratorio subito dopo aver
completato il progetto di restauro del Battistero lateranense, tanto che uno
dei disegni preparatori del battistero sarebbe stato utilizzato come base per
la progettazione dell'oratorio. All'interno è un ciclo di affreschi con Storie
di S. Giovanni Evangelista, opera di Lazzaro Baldi. Caratteristica la
copertura, perché al tamburo è stato sovrapposto un attico circolare decorato
con fregi e sormontato da una croce. L'oratorio è quasi sempre chiuso, ma una
finestrella consente di ammirarne con sufficiente completezza l'interno.
Purtroppo i muri perimetrali vengono periodicamente imbrattati da vandali.
Proseguendo
lungo Via di Porta Latina, una svolta a destra ci conduce a un ameno e
silenzioso spiazzo, in cui si erge la Basilica di San Giovanni a Porta Latina,
protetta da una cancellata che si apre su un grazioso giardino con un
caratteristico pozzo. Risalente al V secolo, è stata più volte trasformata,
fino al recente restauro degli anni 1940-1 che ne ha ripristinato le forme
medievali. Sulla facciata si aprono tre finestroni, ed è preceduta da un
austero portico a cinque arcate su colonne in marmo e granito con capitelli
ionici. Sotto il portico ci sono frammenti romani e paleocristiani, nonché
resti di affreschi medievali. Sulla sinistra si slancia il campanile romanico a
bifore e trifore. L'interno è a tre navate, suddivise da antiche colonne di
spoglio, l'una diversa dall'altra. La navata centrale è decorata da un ciclo di
dipinti risalenti alla fine del XII secolo, con scene dei Testamenti.
È una passeggiata silenziosa e rilassante, che consiglio di intraprendere di domenica, quando i rumori della città sono attutiti e (spesso) le strade sono chiuse al traffico.
Le informazioni storico-artistiche sono
tratte dalla Guida rossa del T.C.I., volume su Roma. Le fotografie sono del sottoscritto.
È una passeggiata silenziosa e rilassante, che consiglio di intraprendere di domenica, quando i rumori della città sono attutiti e (spesso) le strade sono chiuse al traffico.