Per avere un'idea di quanto la
proposta degli Underground Life fosse eccentrica, basta paragonare il loro
terzo LP, Gloria Mundis, a due dischi di rock cantato in italiano usciti nello
stesso anno 1988: Litfiba 3 e Boxe dei Diaframma. Il terzo disco dei Litfiba
segnava una duplice svolta, in direzione della forma-canzone tradizionale (dopo
le sperimentazioni di 17 Re) e delle tematiche socio-politiche che avrebbero animato buona parte della successiva carriera della band fiorentina. Boxe è invece il
primo passo dei nuovi Diaframma, quelli che seguiranno l'uscita di Miro
Sassolini, virando verso un “cantautorato rock” tipicamente nostrano nelle
parole, nelle melodie e nelle intenzioni. In entrambi i casi, si trattò di un
definitivo abbandono delle atmosfere plumbee della prima new wave italiana. Gli
Underground Life, invece, con Gloria Mundis proseguirono con radicalità sulla strada tracciata, definendo in maniera ancora più
netta una personale estetica del suono. Se l'esordio di The Fox (1983) era
ancora fortemente legato alle tendenze d'oltremanica, Filosofia dell'aria (1987) segnava
la felice svolta dell'uso della lingua italiana. Gloria Mundis è invece il
lavoro della maturità, il miglior capitolo della loro discografia. Non a caso,
ascoltandolo attentamente, è possibile rinvenirvi le tracce primordiali dell'attività
solista del leader Giancarlo Onorato, iniziata a metà degli anni Novanta.
La
formazione, oltre al citato Onorato alla voce e chitarra, era completata dal
fratello Enzo al basso e da Lorenzo La Torre alla batteria. Gloria Mundis è un
disco rock, affermazione non certo scontata quando si parla degli Underground
Life. Sebbene si tratti di una definizione parziale e volutamente imprecisa,
rende l'idea del predominio delle chitarre elettriche rispetto agli altri
strumenti. Andando più a fondo, si potrebbe parlare di una proposta raffinata,
che mescola nello stesso crogiolo l'elettronica degli Ultravox, l'art-rock di
Bowie, le cupe ossessioni di Ian Curtis e il gusto tutto italiano per la
melodia. E come tacere della sostanza poetica dei testi, delle evocazioni quasi
cinematografiche della parola cantata? Gloria Mundis è quanto di più si
avvicina, almeno in Italia, all'idea di una musica totale, un esperimento
sonoro che abbraccia contemporaneamente le altre arti, in primis la pittura, il
teatro e la poesia. Non a caso Giancarlo Onorato è anche un
apprezzato scrittore e pittore. Peraltro, il disco doveva essere prodotto in
origine da John Foxx, al quale nelle note di copertina va un sentito
ringraziamento «per l'esclusivo interesse e la
disponibilità dimostrata».
Se le cose stanno così, l'analisi
traccia per traccia ha poco senso, ma vale a farsi un'idea. La partenza di
Giorno automatico è bruciante: «Mitizziamo i nostri giorni, /
rendiamoli gesti architettonici, / sfondiamo il ventre alle abitudini / e
incendiamo i lavoratori». Al buio con te è invece una summa
del suono degli UL: un leggero tappeto elettronico su cui si innestano chitarra
elettrica e violino, con continui e decisi cambi di ritmo. È un brano allucinato e trascinante, impossibile da
incasellare in un genere. La terza traccia, Il pensiero come anima, è una
perfetta compenetrazione di musica e poesia, che riprende le visioni del Bowie
berlinese e le cala in una dimensione più soffusa, meno algida. Meritano anche la
spettrale Glass house e l'incalzante Novantanovesimo piano. La chiusura è
affidata a Tristezza ed estasi, un pezzo dalla struttura complessa e
labirintica, in cui la parola prevale sulla melodia.
Giunto alla fine della
recensione, ho capito che la migliore definizione di Gloria Mundis è per
sottrazione. Difficile dire che disco sia, molto più semplice dire quello che non
è, tante sono le suggestioni – anche e soprattutto inconsce – che propaga. È un disco che viaggia lungo binari propri, un satellite
remoto persino per quella galassia periferica che è stata la new wave italiana. Un satellite su cui sarebbe opportuno prenotare un viaggio: urge una ristampa.
Per conoscere meglio la storia degli UL, leggete questo.
La mia intervista a gianCarlo Onorato la trovate qui.
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