13 dicembre 2021

Roma da (ri)scoprire n. 4: l'eclettismo del Museo Boncompagni Ludovisi

Roma è così ricca di luoghi d'arte che le amministrazioni competenti possono permettersi il lusso di garantire l'accesso libero a un discreto numero di musei. E sarebbe un errore il credere che la gratuità sia legata alla modesta rilevanza del luogo. Anzi, spazi espositivi permanenti come il Museo Napoleonico o il Museo Barracco sopravanzano di gran lunga alcune tra le tanto pubblicizzate mostre temporanee, sovraffollate e sovente deludenti. Il Museo Boncompagni Ludovisi è uno tra i luoghi poco conosciuti che meritano una visita. È situato in una delle strade più eleganti della Capitale, quella Via Boncompagni che raccorda Via Veneto con la zona di Porta Pia. Nonostante la centralità, è una strada poco frequentata al di fuori degli orari d'ufficio, stante l'assenza di negozi o altre attrattive. Alberata, signorile e silenziosa, mantiene un'aura alto-borghese, quasi mitteleuropea da fin de siècle. A circa metà del suo percorso troviamo il Villino Boncompagni-Ludovisi, sede dell'omonimo "Museo per le arti decorative, il costume e la moda dei secoli XIX e XX". Il Villino è un'elegante costruzione con un grazioso giardino, progettata nel 1901 dall'architetto Giovanni Battista Giovenale su incarico di Luigi Boncompagni Ludovisi. Ha un piano seminterrato e un piano ammezzato, originariamente destinati ai servizi e alla servitù, mentre il piano primo era abitato dalla famiglia. Nel 1932 l'edificio è stato interessato da importanti lavori di ristrutturazione che hanno trasformato il piano rialzato, destinato alla sola rappresentanza. Come riportato nei cartelli esplicativi, «i caratteri decorativi e compositivi dell'esterno rimandano a una rivisitazione personale barocca del Giovenale, non priva di artifici illusionistici adottati per risolvere alcune soluzioni di dettaglio». Non mancano tracce liberty, come le decorazioni floreali sulle finestre e sulla ringhiera a protezione del terrazzo di copertura.
Il Museo è strutturato su due piani e ospita quadri, sculture, suppellettili, mobili, vasellame, arazzi, abiti e gioielli riconducibili alle principali correnti artistiche italiane della seconda metà del XIX secolo e della prima metà del XX. È dunque uno spazio dedicato principalmente all'arte e alla moda italiane, anche se non mancano incursioni europee o esotiche, come le collezioni di vasi cinesi. Il piano rialzato è il più interessante, perché si entra negli spazi di rappresentanza della villa. La prima stanza è la Sala di Papa Boncompagni, destinata oggi ad accogliere un immaginario studiolo dedicato al Papa Gregorio XIII, il cui ritratto campeggia sulla parete sopra il caminetto. Nella sala si possono ammirare una serie di pregevoli manufatti, tra cui un antico mappamondo, due nature morte con pesci, poltrone in velluto intagliato, arazzi e persino una piccola riproduzione in bronzo della Colonna Traiana risalente al XIX secolo.
Particolare della Sala di Papa Boncompagni

La visita prosegue entrando nel meraviglioso Salone delle vedute di Villa Boncompagni, che dà direttamente sul grazioso giardino. È questo l'ambiente più grande, destinato a ricevere gli ospiti importanti. La stanza è caratterizzata da una ricca decorazione parietale a tempera realizzata a trompe-l'oeil. Entro una cornice architettonica fatta di colonne e pilastri, sono disegnate finte prospettive con scorci di viali alberati, che riproducono il parco della non più esistente Villa Ludovisi. Sul soffitto è riprodotta una finta balaustra che inquadra una volta celeste con motivi ornamentali, opera probabilmente di Alberto Chiarotto. Lo sguardo del visitatore è inevitabilmente attirato dal ritratto a grandezza naturale della principessa Alice Blanceflor Boncompagni Ludovisi de Bildt, olio su tela del 1925 del pittore ungherese Philip de Laszlo. Pregevoli due stipi in metallo dorato e decorati con scene campestri, opere di fine manifattura cinese acquistate dalla Compagnia delle Indie.
Il meraviglioso Salone delle vedute di Villa Boncompagni
Philip de Laszlo, Ritratto della principessa Boncompagni

Segue la Sala della culla dei Principi Savoia, così detta perché al centro è posta la culla dei principi reali, realizzata in bronzo, argento e oro dallo scultore Giulio Monteverde. Anche in questa stanza vi sono pregevoli suppellettili, sebbene il pezzo forte sia la carta da parati di gusto liberty con motivi esotici, dipinta a mano da artigiani francesi. La visita al piano rialzato si conclude con la Galleria degli arazzi, che ospita anche gioielli e abiti femminili risalenti agli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso.
La culla dei principi Savoia
La lunga Galleria degli arazzi

Il primo piano è uno spazio più tradizionalmente museale. É suddiviso in una serie di salette dedicate alle principali correnti artistiche italiane ed europee del periodo 1880-1940. Molto interessante la sala intitolata Gli affetti, che raccoglie bronzetti d'arredo con figure femminili o d'infanti e animali realizzati in ceramica invetriata. Notevole anche La figlia del pittore, olio su tavola del 1939 di Giacomo Balla. Altre salette sono dedicate al Futurismo, all'Art déco, al taglio quasi fotografico della ritrattistica negli anni della Belle Epoque. Di questa parte del percorso espositivo, tre opere sono a mio modo di vedere particolarmente significative: Maschere di Gian Emilio Malerba, la grande vetrata dipinta di Duilio Cambellotti (Visione eroica) e la Figura di donna di Antonio Donghi (1932).

Duilio Cambellotti, Visione eroica
Giacomo Balla, La figlia del pittore
Antonio Donghi, Figura di donna

Il percorso si conclude nella stanza da bagno che Andrea Boncompagni commissionò durante i lavori di ristrutturazione del 1932, con grande cura nella scelta dei marmi, degli arredi e delle tende. Qui sono collocati alcuni splendidi abiti da sera che raccontano il gusto e la moda femminile negli anni Trenta. E in un angolo ci sono proprio due ragazze vestite “alla moda”, con vistosi cappelli a tesa larga: sono Le amiche, quadro del 1940 di Giorgio de Chirico.
In parole povere, il Museo Boncompagni Ludovisi è un luogo eclettico e poco conosciuto, che in un'oretta scarsa consente di attraversare tutte le principali correnti artistiche e mondane della giovane Italia a cavallo dei due secoli.
Le fotografie sono liberamente utilizzabili, purché venga citata la fonte.
La sala da bagno
Giorgio de Chirico, Le amiche

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