Roma è
così ricca di luoghi d'arte che le amministrazioni competenti possono
permettersi il lusso di garantire l'accesso libero a un discreto numero di musei. E
sarebbe un errore il credere che la gratuità sia legata alla modesta rilevanza
del luogo. Anzi, spazi espositivi permanenti come il Museo Napoleonico o il
Museo Barracco sopravanzano di gran lunga alcune tra le tanto pubblicizzate
mostre temporanee, sovraffollate e sovente deludenti. Il Museo Boncompagni
Ludovisi è uno tra i luoghi poco conosciuti che meritano una visita. È situato
in una delle strade più eleganti della Capitale, quella Via Boncompagni che
raccorda Via Veneto con la zona di Porta Pia. Nonostante la centralità, è una
strada poco frequentata al di fuori degli orari d'ufficio, stante l'assenza di
negozi o altre attrattive. Alberata, signorile e silenziosa, mantiene un'aura
alto-borghese, quasi mitteleuropea da fin de siècle. A circa metà del suo
percorso troviamo il Villino Boncompagni-Ludovisi, sede dell'omonimo "Museo per
le arti decorative, il costume e la moda dei secoli XIX e XX". Il Villino è
un'elegante costruzione con un grazioso giardino, progettata nel 1901
dall'architetto Giovanni Battista Giovenale su incarico di Luigi Boncompagni
Ludovisi. Ha un piano seminterrato e un piano ammezzato,
originariamente destinati ai servizi e alla servitù, mentre il piano primo era
abitato dalla famiglia. Nel 1932 l'edificio è stato interessato da importanti
lavori di ristrutturazione che hanno trasformato il piano rialzato, destinato
alla sola rappresentanza. Come riportato nei cartelli esplicativi, «i caratteri decorativi e compositivi
dell'esterno rimandano a una rivisitazione personale barocca del Giovenale, non
priva di artifici illusionistici adottati per risolvere alcune soluzioni di
dettaglio». Non mancano tracce liberty, come le decorazioni floreali sulle
finestre e sulla ringhiera a protezione del terrazzo di copertura.
Il Museo è
strutturato su due piani e ospita quadri, sculture, suppellettili, mobili,
vasellame, arazzi, abiti e gioielli riconducibili alle principali correnti
artistiche italiane della seconda metà del XIX secolo e della prima metà del
XX. È dunque uno spazio dedicato principalmente all'arte e alla moda italiane,
anche se non mancano incursioni europee o esotiche, come le collezioni di vasi
cinesi. Il piano rialzato è il più interessante, perché si entra negli spazi di
rappresentanza della villa. La prima stanza è la Sala di Papa Boncompagni,
destinata oggi ad accogliere un immaginario studiolo dedicato al Papa Gregorio
XIII, il cui ritratto campeggia sulla parete sopra il caminetto. Nella sala si
possono ammirare una serie di pregevoli manufatti, tra cui un antico
mappamondo, due nature morte con pesci, poltrone in velluto intagliato, arazzi
e persino una piccola riproduzione in bronzo della Colonna Traiana risalente al
XIX secolo.
Particolare della Sala di Papa Boncompagni
Il meraviglioso Salone delle vedute di Villa Boncompagni
Philip de Laszlo, Ritratto della principessa Boncompagni
La culla dei principi Savoia
La lunga Galleria degli arazzi
Duilio Cambellotti, Visione eroica
Giacomo Balla, La figlia del pittore
Antonio Donghi, Figura di donna
Il
percorso si conclude nella stanza da bagno che Andrea Boncompagni commissionò durante
i lavori di ristrutturazione del 1932, con grande cura nella scelta dei marmi,
degli arredi e delle tende. Qui sono collocati alcuni splendidi abiti da sera che
raccontano il gusto e la moda femminile negli anni Trenta. E in un angolo ci
sono proprio due ragazze vestite “alla moda”, con vistosi cappelli a tesa
larga: sono Le amiche, quadro del 1940 di Giorgio de Chirico.
In parole povere, il Museo Boncompagni Ludovisi è un luogo eclettico e poco conosciuto, che in un'oretta scarsa consente di attraversare tutte le principali correnti artistiche e mondane della giovane Italia a cavallo dei due secoli.
Le fotografie sono liberamente utilizzabili, purché venga citata la fonte.
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