Le Grandi Storie Bonelli è una nuova collana trimestrale da edicola che si propone di ripubblicare in unico volume alcuni classici moderni della casa editrice, esauriti o addirittura introvabili. I volumi, di oltre trecento pagine, sono arricchiti da esaustivi redazionali. Il prezzo è di quasi dieci euro cadauno, giustificato a mio avviso dalla consistente foliazione. I primi due albi sono dedicati a Zagor, il terzo a Tex, il quarto a Mister No. Il protagonista del numero attualmente in edicola è Martin Mystère, alle prese con uno dei suoi più temibili nemici: Mister Jinx. Il volume, intitolato per l'appunto Mister Jinx, ristampa due celebri storie. La prima è Tempo Zero, originariamente pubblicata nel 1986 sui numeri 47 e 48 della serie regolare, con soggetto e sceneggiatura di Castelli e disegni di Freghieri. Medesimi gli autori della seconda storia, Operazione Dorian Gray, apparsa in origine sugli albi 63 e 64 del 1987.
Jinx è il cattivo per eccellenza: mefistofelico, geniale, cinico, spietato, dotato di un'astuzia non comune. Ha l'aspetto e le movenze del gentiluomo e assomiglia vagamente all'attore Burgess Meredith. Il suo gesto tipico consiste nell'accendere il sigaro con lo schiocco delle dita, trucco ereditato dal suo vecchio mestiere di illusionista, o forse indice di una natura diabolica. È il grande antagonista di Martin Mystère, come Mefisto per Tex o Hellingen per Zagor. A differenza dei "cattivi" tradizionali del fumetto e del cinema, Jinx appare come un imprenditore che offre un servizio a facoltosi clienti. L'originalità del personaggio sta nel presentarsi come una sorta di benefattore al servizio dell'umanità. I suoi clienti soffrono l'ossessione del tempo, vuoi perché hanno grandi responsabilità e pochissimo tempo libero, oppure perché sono vicini alla fine e vorrebbero riconquistare la gioventù perduta. Jinx ha una soluzione miracolosa a questi problemi all'apparenza insormontabili. In Tempo Zero lo vediamo alla guida di una società che propone ai suoi facoltosi clienti un'occasione allettante: grazie a uno speciale liquido iniettabile che accelera il metabolismo, potranno vivere ventiquattro ore come se fossero un mese intero. Quale soluzione migliore per il manager fuso dal lavoro, oppure per chi ha un progetto da terminare in tempi brevissimi? A Tempo Zero, una specie di resort di lusso, potranno trascorrere un mese intero mentre il mondo "di fuori" avanzerà di sole ventiquattro ore. Unica piccola controindicazione: un'overdose di siero determina la morte per autocombustione. In Operazione Dorian Gray, invece, Jinx mette in atto un progetto degno della mente di Wilde, dando ai suoi anziani clienti la possibilità di appropriarsi di un corpo giovane e forte, pur mantenendo i ricordi e l'esperienza di un ottuagenario. Anche in questo caso c'è un solo piccolo problema: Jinx non ha scrupoli a far sparire clochard, alcolizzati o individui ai margini, al fine di dare un nuovo corpo ai propri clienti. Sarà Martin Mystère a tentare di intralciare i piani del perfido personaggio.
La ristampa viene proposta in un momento importante della storia editoriale della testata, che da poco ha festeggiato i quarant'anni ed è prossima a tagliare il traguardo del numero 400. Se dunque è un'occasione per invogliare chi ancora non conosce il Detective dell'impossibile, al tempo stesso è un'uscita che spinge i lettori storici a qualche riflessione di tipo comparativo. Tempo Zero e Operazione Dorian Gray, come d'altronde tutte o quasi le storie degli anni Ottanta, possiedono una forza espressiva dirompente che col tempo e il progredire della serialità è andata affievolendosi. Niente di anomalo o biasimevole, lo tengo a precisare: è praticamente impossibile mantenere lo stesso livello dopo quarant'anni nelle edicole. Voglio piuttosto dire che i due episodi dello speciale su Mister Jinx sono veramente grandiosi (in qualche misura, insuperabili) per scrittura, resa delle immagini e tensione emotiva. Confermano a pieno quanto la serie ideata da Castelli sia una pietra miliare del fumetto italiano, l'anello di congiunzione tra i personaggi classici e le inquietudini contemporanee, che troveranno in Dylan Dog il massimo rappresentante. Una sottile trepidazione accompagna il lettore dalla prima all'ultima vignetta, perché Jinx non è un cattivo stereotipato, ma una figura complessa che ci turba perché sfrutta a proprio vantaggio alcuni dei nostri desideri più reconditi. D'altronde, chi non ha desiderato almeno una volta di ringiovanire, oppure di trascorrere giornate più lunghe delle canoniche ventiquattro ore? Jinx trasmette angoscia proprio per la sua imprevedibilità e l'impossibilità di ricondurlo entro i confini del classico antagonista: non è uno scienziato pazzo e non vuole diventare il padrone del mondo, sebbene sia indubbiamente geniale e desideri acquisire una posizione di primato sui propri simili.
Consiglio vivamente l'acquisto del volume, arricchito peraltro da corposi redazionali che ricostruiscono la storia editoriale del personaggio.