17 aprile 2023

Mettiamo a bagno i vinili!

Piccola premessa: con questo articolo non voglio inserirmi nell'annosa diatriba sulla pulizia e la manutenzione dei vinili, cui sono dedicate centinaia di discussioni sui vari forum specializzati. Intendo soltanto raccontare un'esperienza personale. Se ho deciso di recensire un prodotto, cosa inedita per questo blog, è perché può davvero migliorare sensibilmente la qualità dell'ascolto.
C'è chi dice che il miglior investimento per un appassionato di vinili sia una macchina lavadischi. Forse è un'esagerazione, ma anche a non voler essere così radicali è sicuramente vero che l'aggeggio in questione, in un podio ideale, viene subito dopo il giradischi. L'esigenza del "lavaggio" riguarda sia i dischi usati che quelli nuovi. I vinili acquistati nei mercatini dell'usato spesso hanno più di trent'anni e magari non sono mai stati puliti a dovere, tralasciando i casi in cui sono stati "arati" da puntine economiche o non tarate, questione che meriterebbe un discorso a parte. La polvere accumulata in decenni, specialmente quella invisibile a occhio nudo, è il principale nemico di un ascolto soddisfacente: scricchiolii, fruscii e scoppiettii oltre il limite tollerabile sono i sintomi principali. La cattiva manutenzione si traduce inoltre in vistose ditate sulle facciate, oppure in vere e proprie formazioni di muffa quando la conservazione è avvenuta in scatoloni ammucchiati in cantina. Per questi LP non basta un passaggio con la classica spazzola antistatica o di velluto, né col panno in microfibra. Il risultato dell'uso di questi metodi soft è raramente soddisfacente su un disco sporco, mentre è diverso se la superficie è pulita e necessita solo di un passaggio ulteriore prima dell'ascolto. Quando il vinile è sporco per davvero, la cosa migliore è affidarsi a una macchina lavadischi.
Su internet ci sono decine di video che propongono tecniche fai da te "a costo zero", alcune delle quali così brutali da far inorridire qualsiasi appassionato. Purtroppo le soluzioni a buon mercato non danno quasi mai risultati ottimali; anzi, rischiano di graffiare il disco o rovinare la puntina. Chi ha usato quegli intrugli che si spalmano sul vinile lasciando residui sulla puntina, sa di cosa parlo.
Tempo fa ho deciso di lasciar perdere le soluzioni casalinghe e di affidarmi alla Knosti, azienda tedesca leader nel settore da decenni. La sua macchina lavadischi manuale, chiamata Disco Antistat, è stata una rivelazione. Parlo della versione manuale, quella più economica ma egualmente efficiente. L'ho pagata una settantina di euro e il beneficio ottenuto in termini di miglioramento della qualità del suono supera di gran lunga la modica spesa sostenuta. Sulla rete ci sono tante recensioni su come usarla, per cui non mi dilungherò sul punto. La scatola contiene, in perfetto ordine teutonico, una vasca con spazzole incorporate, una rastrelliera, un litro di liquido di pulizia, un adattatore a 45 giri, un imbuto con alcuni filtri e lo strumento per far ruotare manualmente il disco nella macchina durante il lavaggio. 
Il funzionamento è semplice e intuitivo: si inserisce il liquido nella vaschetta fino a coprire completamente le spazzole, poi vi si immerge il disco tenendolo fermo con l'apposito strumento che protegge anche l'etichetta. Manualmente si fa ruotare il disco all'interno della vasca per una decina di volte in un senso e nell'altro. Completata l'operazione, il vinile viene estratto dalla vasca e fatto sgocciolare, prima di riporlo nella comoda rastrelliera ad asciugare. C'è chi consiglia di ripassarlo con un panno in microfibra; operazione superflua, dato che il liquido evapora e non lascia residui sulla puntina. Dopo una mezz'oretta o poco più il disco è perfettamente asciutto e anche l'etichetta, laddove si fosse bagnata durante il lavaggio. Il liquido rimasto nella vaschetta è invece riutilizzabile e può essere inserito nuovamente nella bottiglia per il tramite dell'imbuto. Durante questa operazione inevitabilmente se ne perde un po', per cui bisogna stare molto attenti. Al più, può essere integrato con acqua demineralizzata.
I risultati del lavaggio mi hanno sorpreso. E non parlo solo di dischi vecchi, ma anche di quelli nuovi da 180 grammi che accumulano sempre una quantità di elettricità statica sufficiente a sollevare il tappetino. Ebbene, Disco Antistat, oltre a rimuovere la polvere, elimina le cariche statiche, riducendo in maniera significativa i classici scoppiettii anche sui vinili nuovi. Ovviamente non aspettatevi miracoli nel suono: la macchina della Knosti non ripara dischi graffiati oppure ondulati, né può trasformare un LP vecchio e trattato male in un pezzo nuovo di pacca. Però i risultati ci sono e si sentono: mediamente la qualità del suono migliora sensibilmente e posso dire che alcuni vinili sono rinati a tutti gli effetti.

I dischi in cattive condizioni che ho "resuscitato" grazie alla Knosti!
Willie Nile – Golden down
Pino Daniele – Nero a metà
Magazine – Secondhand daylight

La vaschetta, il liquido e la rastrelliera

Nessun commento:

Posta un commento

Commenta l'articolo!