Da oltre trent’anni sulla breccia, gli Statuto rappresentano ormai un’istituzione.
Tra i primi in Italia a suonare ska, tra i primi ad abbracciare la cultura mod,
seguono con coerenza la stessa strada al motto di “rabbia & stile”. Nel
2016 hanno pubblicato l’ultimo disco di inediti, Amore di classe, mentre è di
questi ultimi mesi la ristampa di Zighidà, in occasione dei venticinque anni
dall’uscita dell’album. Oscar Giammarinaro (detto oSKAr) ne è il cantante,
fondatore e indiscusso leader; è stato così gentile da rilasciarmi un’intervista,
in prossimità del tour estivo. Colgo l’occasione per ringraziarlo di cuore per la disponibilità.
Domanda. All’inizio di ogni concerto precisate con orgoglio di essere “i mods di Piazza Statuto”. Cosa significa essere mod? E soprattutto, cosa significa esserlo oggi, nell’epoca del conformismo dominante?
Risposta. Essere mod è la nostra migliore soluzione per vivere in questo sistema che proprio non ci piace. Fuori dalla massificazione e dall’omologazione ma mai autoghettizzati, cerchiamo di trovare il meglio nelle espressioni ideologiche, estetiche e comportamentali prima di chiunque altro. Una continua ricerca, interiore ed esteriore che ci rende veramente liberi, mai di moda e sempre attuali.
Domanda. All’inizio di ogni concerto precisate con orgoglio di essere “i mods di Piazza Statuto”. Cosa significa essere mod? E soprattutto, cosa significa esserlo oggi, nell’epoca del conformismo dominante?
Risposta. Essere mod è la nostra migliore soluzione per vivere in questo sistema che proprio non ci piace. Fuori dalla massificazione e dall’omologazione ma mai autoghettizzati, cerchiamo di trovare il meglio nelle espressioni ideologiche, estetiche e comportamentali prima di chiunque altro. Una continua ricerca, interiore ed esteriore che ci rende veramente liberi, mai di moda e sempre attuali.
D. Sono più di trent’anni che girate
l’Italia in tour, per cui siete i perfetti testimoni dei cambiamenti che
l’hanno trasformata. Com’è cambiato il Paese? C’è maggiore rassegnazione nei
giovani, oppure la rabbia è sempre la stessa?
R. La crisi ha sicuramente reso l’Italia
un paese “post” industriale, la differenza tra classi sociali si è decisamente
allargata, l’immigrazione ha causato la speculazione di alcune forze politiche
a servizio del capitalismo che ha fatto leva sul razzismo per innescare
un’assurda “guerra tra poveri”. Nei giovani c’è rabbia, ma la società attuale,
così fondata sui social di internet, li ha resi totalmente individualisti,
privi di consapevolezza di appartenenza e del tutto rassegnati
all’impossibilità di cambiare il sistema attuale.
D. Avete fatto della coerenza una
bandiera, avete portato avanti sempre un discorso autonomo e controcorrente,
riuscendo persino ad andare a Sanremo senza snaturarvi. Credi che questa
coerenza, il vostro essere fedeli ad un credo, abbia avuto un ruolo decisivo
nella stima che il pubblico tributa agli Statuto? Oppure pensi che vi abbia
fatto raccogliere meno di quanto avreste meritato?
R. Essere coerenti non è per noi una
“bandiera” e non siamo mai stati “controcorrente” a priori. Siamo mods, alcuni Mods di piazza Statuto che suonano e usiamo la musica per
diffondere il più possibile il nostro stile, le nostre idee e la nostra
cultura. Da sempre lo facciamo indipendentemente dal palco o dalla situazione
in cui ci troviamo ad esibirci e rimanendo integri esteticamente e
ideologicamente, siamo arrivati veramente ovunque. A livello di cifre e
“successo” abbiamo raggiunto livelli inaspettati rispetto alle nostre origini;
ciò che ci interessa da parte del pubblico è il rispetto.
D. La nostra è una società allergica alla
riflessione, restia a prendersi il giusto tempo per meditare le cose, che
preferisce il consumo immediato e spicciolo all’approfondimento. In questo
contesto “usa e getta”, come si colloca la proposta musicale degli Statuto,
decisamente impegnata? A quale pubblico è rivolta?
R. Non credo che la nostra proposta
musicale sia “decisamente impegnata”, semplicemente raccontiamo ciò che viviamo
in prima persona quotidianamente, veniamo dalla strada e viviamo sulla strada e
siamo a stretto contatto con problematiche sociali come la disoccupazione,
razzismo, necessità di migliore sanità e scuola pubblica. Ci rivolgiamo a tutti.
D. In occasione del venticinquennale, Zighidà è stato ripubblicato anche in
vinile, così come l’ultimo album di inediti, Amore di classe. Nell’epoca che stiamo vivendo, quella della
dematerializzazione, il disco come oggetto tangibile ha ancora un futuro,
oppure dovremo rassegnarci alla fine del supporto?
R. C’è un netto ritorno all’interesse per
il disco su vinile e credo che il futuro ci regalerà qualche bella sorpresa a
proposito
D. Ti consideri un uomo di successo? Come
lo gestisci?
R. Se
per successo intendi essere a posto con me stesso, sicuramente sì. Ma se
intendi popolarità, guadagno e tenore di vita da nababbo, è evidente che non è
così. Non l’ho mai cercato e mai mi è interessato, credo di non avere il
necessario talento artistico e neanche una disponibilità caratteriale adeguata.
A me interessa far conoscere e crescere il Modernismo, in questo sono molto
orgoglioso e gratificato.
D. Quali sono i dischi che ti hanno
cambiato la vita? E fra gli italiani, quali sceglieresti?
R. One Step Beyond
dei Madness, Glory Boys dei Secret Affair, Beat Boys in the Jet age dei
Lambrettas, Specials degli Specials e Definitely Maybe degli Oasis. Tra gli italiani apprezzo molto i cantautori storici
(Guccini, Dalla, De Gregori, Ron, Venditti, Battiato, Battisti) ai quali
aggiungo i Gang, i 99Posse, Caparezza e Frankie Hi-NRG.
D. Oltre che musicista, sei anche uno
scrittore. Qual è il tuo rapporto con la letteratura e quali sono gli autori
che ami di più?
R. No, non sono affatto uno scrittore. Il
libro Il Migliore dei Mondi Possibili è una serie di racconti di storie vere
di noi Mods di piazza Statuto.
L’unica mia “invenzione” è Amore di Classe, scritto per realizzarci il disco concept omonimo uscito nel 2016.
D. Amore
di classe, il vostro ultimo disco di inediti, è appunto un concept album. Ho notato che molti
gruppi e cantautori prima o poi si cimentano in questa operazione, spesso
rischiosa. Come è nata la scelta di scrivere un concept?
R. Utilizzare una storia o un tema per
avere le canzoni consequenziali può rendere più fluida la composizione. Noi
attraverso la storia d’amore tra due adolescenti appartenenti a classi sociali
ben diverse, siamo riusciti a far emergere tematiche sociali importanti.
D. Anche se è una domanda retorica, voglio
fartela lo stesso. Cosa sceglieresti tra una tormentata libertà e una
tranquilla schiavitù?
R. Vorrei conoscere qualcuno che esprime
preferenze usando il termine “schiavitù”…
D. Se dovessi dare una definizione di te
come artista, quale useresti?
R. Un mod al
servizio del Modernismo, anche con la musica.
La formazione attuale degli Statuto; il terzo da sinistra è Oskar.
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