Sono tanti i villaggi abbandonati disseminati lungo lo Stivale. Alcuni
sono stati lasciati dagli abitanti per cause naturali, come frane, inondazioni,
alluvioni o terremoti; altri, invece, hanno subito eventi umani quali guerre,
invasioni o decisioni d’imperio delle autorità. Roscigno, nel Cilento, rientra
nella prima ipotesi. Costruito sul margine di una frana attiva, nei secoli è stato
riedificato in due occasioni, fino al definitivo e graduale abbandono dopo
l’ultima Guerra Mondiale. Il paese nuovo è stato ricostruito a circa un
chilometro di distanza dall’antico centro storico, a cui è stato poi attribuito
il nome di Roscigno Vecchia. Negli anni molte abitazioni sono crollate e altre
hanno subito pesanti lesioni, eppure “il paese che cammina” (altresì detto la
“Pompei del Novecento”) è ancora lì ad accogliere visitatori e curiosi.
Come tutti i luoghi abbandonati, anche Roscigno Vecchia ha un fascino
particolare e straniante, ma soprattutto mantiene intatta la propria identità
di borgo rurale del Mezzogiorno. Arrivare nel villaggio significa avere la
possibilità di immergersi, sia pure per pochi minuti, in un mondo contadino che
non esiste più. Tutto è rimasto com’era: la piazza con la fontana e gli
abbeveratoi per gli animali, le case dalle imposte in legno e i muri scrostati
raccolte in crocchio intorno alla chiesa di San Nicola, il vecchio cimitero, il pergolato del Bar
Roma con l’insegna che riporta l’anno 1946, la bottega del ciabattino, le
stalle e le stanze misere in cui vivevano famiglie numerose. Uno sguardo più
attento potrà poi riconoscere i portali decorati dei palazzetti nobiliari e ciò
che rimane delle cappelle private con le nicchie per le statue.
Per ragioni di sicurezza quasi tutte le abitazioni sono chiuse, ma a proprio rischio e pericolo è comunque possibile intrufolarsi in qualche casa e camminare sui solai retti da vecchie travi che si piegano al passaggio degli ospiti.
Per ragioni di sicurezza quasi tutte le abitazioni sono chiuse, ma a proprio rischio e pericolo è comunque possibile intrufolarsi in qualche casa e camminare sui solai retti da vecchie travi che si piegano al passaggio degli ospiti.
Più delle parole, sono
le immagini a rendere l’idea dell'amenità del luogo.
Scorcio della piazza (in fondo, la chiesa dedicata a San Nicola)
Altro scorcio della piazza
Una via del paese
Interno della chiesa di San Nicola, con il soffitto ligneo dipinto
Facciata della chiesa del villaggio
La via principale, con gli abbeveratoi per gli animali
Case dirute
L'ingresso del Bar Roma
Una via del paese, con un palazzetto nobiliare sulla destra
Altro scorcio della piazza
Case abbandonate sul margine della frana
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