Ho deciso di acquistare questo libro perché favorevolmente impressionato dalla lettura di altre opere dello scrittore svizzero. Romanzo giustamente considerato "minore", Greco cerca greca, a mio avviso, non ha il pathos che ritroviamo ad esempio ne Il sospetto, né la potenza narrativa de La panne, per citarne due. Ritorna la tesi del caso come arbitro e gerente dei destini umani, vero e proprio leitmotiv della produzione di Dürrenmatt, sebbene qui venga inserita una forza, quella dell'amore, non presente negli altri libri citati.
Il greco del titolo è Arnolph Archilochos, misero sottocontabile di una grande azienda meccanica. Sebbene sia di origini greche, come suggerisce il nome, egli è nato e cresciuto in Svizzera, né ha mai visto la terra paterna. È un uomo di mezza età, celibe, inibito, vessato dai colleghi e dal fratello Bibi, che non perde occasione per estorcergli denaro. Sebbene la sua sia un'esistenza grama, è tuttavia fondata su solidi principi. Arnolph infatti si è costruito un'inscalfibile piramide delle autorità, un vero e proprio ordinamento morale al cui vertice è posto il Presidente della Repubblica. A seguire, altre personalità verso cui ripone massima fiducia: il vescovo, il rettore dell'università, un pittore astrattista, l'ambasciatore americano e via discorrendo. Una sorta di intangibile pantheon personale: niente può minare la fiducia che Arnolph nutre verso questi personaggi. Quando però incontra Chloé, come lui di origini greche, il mondo ideale che si era costruito è destinato ad andare in frantumi. Man mano che procede la sua scalata nella buona società per mezzo di Chloé, gli immutabili ideali cadono uno a uno, lasciandolo orfano di quel mondo fittizio che si era costruito, un po' come accade al protagonista de Il busto di gesso, grande e purtroppo dimenticato romanzo di Gaetano Tumiati.
Come è evidente dalla sinossi, Greco cerca greca è un'opera particolare, una storia che si avvale degli stilemi della favola per lanciare poderosi attacchi contro la società borghese e i suoi idoli effimeri. Dürrenmatt accantona dunque le usate vesti del giallista e compone una vicenda fin troppo chiara nel suo lineare svolgimento, l'ascesa e la drammatica caduta di un uomo che ha sempre riposto nelle mani altrui le chiavi del proprio destino. Ed ecco che, non appena tenta di diventare egli stesso arbitro delle proprie sorti, il sistema etico e rigorosamente gerarchico che aveva costruito va in pezzi, lasciandolo solo e sgomento. Tutti i personaggi del suo pantheon, da lui immaginati come figure eteree e senza peccato, uno dopo l'altro svelano il vero volto, così distante dall'immagine che il greco si era fatto di loro.
Come già detto, torna in questo romanzo il grande tema del caso, un classico della poetica dello scrittore svizzero. La cieca casualità e il gioco delle fortune/sfortune sono il motore dell'azione, come a un certo punto è costretto a riconoscere anche il protagonista, quando, all'apice della sua repentina scalata sociale, si rende conto lucidamente di essere la pedina di un gioco cui non può opporsi, perché tutto ciò che accade sfugge al nostro controllo. Il tema del caso viene tuttavia arricchito da altri elementi, perché Greco cerca greca è in primis una feroce satira contro il convenzionalismo borghese e il culto dell'apparenza. Archilochos crede nell'incorruttibilità dei simboli del suo ordinamento morale: il vescovo, il presidente, il rettore e via dicendo. A malincuore dovrà però rendersi conto che quello dell'incorruttibilità era per l'appunto solo un parto della fantasia. Alla prova del vero, il suo sistema etico cadrà a pezzi, in uno con l'acquisizione di una nuova consapevolezza di sé e del mondo. Il potere, la religione, l'arte e la cultura si dimostrano realtà imperfette e viziate, come imperfetto e viziato è colui che le ha create, l'uomo. Ecco dunque che il caso lascia spazio al caos, perché in questo mondo imperfetto non c'è distinzione tra pubbliche virtù e vizi privati, le une e gli altri sono facce della stessa medaglia contraffatta.
Ritengo che non sia il libro più adatto per chi voglia avvicinarsi al grande scrittore svizzero. È per l'appunto un'opera minore che, pur riprendendo alcune tematiche care all'autore, difficilmente può far venire voglia di leggere altro di Dürrenmatt. Per chi invece già lo conosce e apprezza, è bene averla perché eccentrica rispetto alla sua produzione più famosa.