Una straordinaria
storia sulla diversità e sul modo di superare i pregiudizi. Gli Yassin non sono
una famiglia normale, almeno secondo la concezione dominante in Israele, Paese
dilaniato dalle lotte di religione. Salim è musulmano e sua moglie Nadia è
cristiana; non potendo avere figli, optano per l’adozione, e viene loro
affidato Nathanel, un bambino nato da padre ebreo ortodosso e da madre atea. Oltre
alle differenze religiose e culturali, un’altra barriera sembra frapporsi alla
felicità della famiglia Yassin: Nathanel è malato, forse affetto da una forma
di autismo che lo porta ad alzare un diaframma tra sé e il mondo, con cui non
può e non vuole comunicare. Unico punto di contatto con la realtà circostante,
unico grimaldello in grado di penetrare nella sua mente sono le canzoni dei
Beatles, apprese chissà dove. E così, pur di stabilire un contatto con il
figlio tanto desiderato, i due coniugi decidono di entrare nel suo mondo: Salim
diventa il capitano del “sottomarino giallo” e Nadia la misteriosa “Lucy nel
cielo coi diamanti”, protagonista di una delle canzoni più criptiche del
quartetto di Liverpool. Tantissimi gli ostacoli, dentro e fuori di sé, che la
famiglia Yassin dovrà superare, fino a trovare la tanto desiderata serenità in
un finale particolarmente commovente.
La storia costruita da
Daniella Carmi (scrittrice nata a Tel Aviv nel 1956) è innanzitutto una grande lezione di speranza, perché ci insegna
che gli ostacoli culturali, etnici e religiosi sono un parto della cultura
umana, e che possono essere agevolmente superati attraverso una nuova e più
libera visione delle cose. Inoltre, il libro è un’acuta riflessione sul disagio
mentale e sulla depressione, un quadro vivo di un Paese meraviglioso e
contraddittorio come Israele, un meditato studio sulla chimica delle relazioni
umane.
Si parla tanto di
famiglia in questi tempi, si discute sul significato e sull’ampiezza del
concetto. Al di là di tutte le considerazioni giuridiche e morali che si
possono fare sul tema, credo che questo romanzo centri davvero il punto:
famiglia è dove c’è amore, indipendentemente dalla “natura” e dalla “qualità”
degli esseri che la compongono.
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