18 gennaio 2022

Slowly, l'elogio della lentezza

La mia diffidenza verso i social network non dipende dalla volontà di difendere la mia sfera privata, né è un pregiudizio ideologico. Non ho profili social perché non riesco a stare dietro alla mole potenzialmente infinita di informazioni che vengono scambiate quotidianamente. Riconosco che i social network siano uno strumento potente, immediato e veloce; eppure, proprio l'immediatezza e la velocità ne sono al contempo il punto debole. Ciò che viene pubblicato è effimero, destinato a essere dimenticato in brevissimo tempo. Tutto dura appena il tempo di uno sguardo annoiato e distratto: articoli, fotografie, pensieri, citazioni, immagini. Il bello e il brutto hanno la stessa vetrina, la medesima durata, identica esposizione. Si pensi all'utente medio di Instagram, che viene bombardato sulla bacheca da un numero pressoché infinito di immagini. Giocoforza, il tempo che è possibile dedicare a ogni post è limitatissimo, qualche secondo o poco più. Accade così che alcune immagini, che pure meriterebbero un posto d'onore, siano subissate da tonnellate di ciarpame. Velocità e immediatezza si traducono in un drammatico appiattimento dei contenuti. I social hanno volutamente rinunciato ai benefici della lentezza, in nome di una società dove impera la regola del tutto e subito.
C'è però un'applicazione che fa della lentezza la sua bandiera. Si chiama Slowly e già il nome è tutto un programma: significa infatti lentamente, con calma. Slowly non è un social network, né un'applicazione per incontri. A differenza dei primi, consente una comunicazione riservata solo tra due persone; a differenza delle seconde, lo scopo ultimo non è quello di incontrarsi. Anzi, i profili riportano soltanto il nome e un avatar: non c'è modo di inserire fotografie. In parole povere, Slowly è la versione contemporanea dei vecchi scambi epistolari con gli “amici di penna”. É uno strumento per scambiare lettere virtuali con utenti che appartengono ad altre culture, etnie, religioni, nazionalità. Basta creare un profilo anche senza informazioni personali, scegliere gli argomenti di interesse e una o più lingue che si conoscono. Non è possibile la ricerca nominativa dei corrispondenti, ma si può fare una selezione sulla base della lingua, dell'età, del sesso, della nazionalità o degli interessi. Per fare un esempio concreto, si potrà cercare un cinese interessato a parlare di calcio, oppure un messicano appassionato di archeologia. Individuato un utente con caratteristiche in comune, basterà inviargli una lettera. In alternativa, è possibile lanciare un messaggio in bottiglia: scrivere una missiva che sarà recapitata dal sistema a un utente a caso.
A questo punto entra in gioco la caratteristica principale di Slowly, ossia la lentezza. Le lettere impiegano tempi diversi per giungere a destinazione, a seconda della distanza tra mittente e destinatario. Ci vogliono cinque ore per inviare una lettera in Francia, diciassette per farla arrivare in India, venti per gli Stati Uniti, dodici per l'Uganda, ventiquattro ore per l'Indonesia o l'Australia, e così via. Naturalmente, la risposta impiegherà lo stesso tempo di viaggio.
I tempi sono dilatati anche per volontà degli utenti: chi si iscrive a Slowly è alla ricerca della lentezza. Scrivere una lettera non è come mettere una fotografia su Instagram: ci vuole tempo, dedizione, pensiero, attenzione. La risposta può arrivare dopo giorni, una settimana o persino un mese. Ci sono utenti che rispondono a distanza di settimane, ma non si tratta di un segno di disinteresse o maleducazione. C'è un patto tacito tra i corrispondenti: ciascuno accetta i tempi dell'altro, senza scomporsi. Questo desiderio di lentezza porta con sé una serie di vantaggi. In primis, non c'è spazio per chi ha cattive intenzioni. Slowly è un'isola felice nel mare magnum della rete: non ci sono disturbatori o molestatori, perché le caratteristiche dell'applicazione inibiscono queste categorie. In secondo luogo, su Slowly è facile trovare affinità. Proprio perché è un'applicazione diversa dalle altre, chi si iscrive condivide un sentire comune. Si parla di tutto ed è facile creare punti di contatto anche con persone molto lontane. Anzi, Slowly ci fa capire come bisogni, pensieri e sentimenti siano gli stessi a tutte le latitudini.
Come ben sa chi legge questo blog, non scrivo mai di tecnologia e mezzi di comunicazione. Eppure Slowly è qualcosa di diverso, che merita di essere divulgato: è un luogo virtuale dove ritrovare il piacere della scrittura e l'ansia positiva dell'attesa, dove assaporare le stesse sensazioni che provavano i nostri antenati quando vedevano il postino con una busta in mano.
I francobolli virtuali di Slowly

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