Con il numero 386 di Martin Mystère
attualmente in edicola si celebra un piccolo miracolo editoriale, ancora più
meritorio se pensiamo alla profondissima crisi in cui versano le pubblicazioni
periodiche. Sono infatti trascorsi esattamente quarant'anni dall'aprile 1982,
quando uscì Gli uomini in nero, primo celebre albo della longeva serie. Nel
corso di questi otto lustri il mondo è cambiato e Martin Mystère ne ha seguito
l'evoluzione politica, sociale e tecnologica. A differenza di altri personaggi
che vivono in un'epoca indefinita o in un passato immutabile, come ad esempio
Zagor, il Buon Vecchio Zio Marty è saldamente radicato nel presente. Quella che
oggi può sembrare la normalità, nel 1982 fu invece una piccola rivoluzione. La
serie ideata da Alfredo Castelli è stata infatti il trait d'union tra il
fumetto bonelliano classico e le nuove creazioni degli anni Ottanta (Dylan Dog,
Nick Raider) e Novanta (Nathan Never, Julia).
Il numero 386 si inserisce peraltro nella rinnovazione della serie cominciata esattamente un anno fa con il numero 375, che ha inaugurato il ritorno alla mensilità. Si è trattato di un ritorno alle origini, dato che la cadenza è già stata mensile fino al numero 278, per diventare poi bimestrale per quasi quindici anni. L'albo in edicola, intitolato I suoi primi 40 anni, riunisce le caratteristiche di entrambi i formati. Come i bimestrali, è un “balenottero”, ossia un volume di circa 160 pagine. Come nei nuovi mensili, invece, la storia inedita è sviluppata in poco più di settanta tavole, mentre il resto delle pagine è occupato da redazionali e da un romanzo a puntate di Andrea Carlo Cappi.
Due le iniziative legate al quarantennale che ne fanno un albo celebrativo. La prima è la storia inedita, che finalmente propone un'avventura risalente agli albori della carriera di Martin, spesso accennata eppure mai raccontata nei minimi dettagli: il mystero noto come “il fantasma del Topkapi”. È una storia che si è svolta a Istanbul nel 1982 e che è valsa a Martin una grande popolarità in Turchia. Dopo quarant'anni esatti, il nostro eroe ritorna negli stessi luoghi per dipanare i punti oscuri di una vicenda interrotta e mai del tutto chiarita. Come sempre quando si tratta di albi speciali, soggetto e sceneggiatura sono curati dallo stesso Castelli, mentre le tavole sono illustrate da Alessandrini, Torti e Orlandi. La storia è avvincente ma richiede una seconda lettura per poterne cogliere tutte le sfumature.
La seconda chicca dell'albo è nelle
sessantaquattro tavole finali di Operazione Arca in una veste inedita. Come
noto, Operazione Arca è il titolo del terzo albo della serie, uscito nel
lontano giugno 1982. Non tutti sanno, però, che in origine il personaggio
doveva chiamarsi Doc Robinson ed essere inglese. Il nome fu però “bruciato”
dall'uscita nelle edicole italiane della rivista a fumetti Robinson, che impose
un cambio alla Bonelli. Per il quarantennale Alfredo Castelli ha deciso di rispolverare
e regalare ai lettori storici una versione inedita di Operazione Arca, quella
con protagonista Doc Robinson. Abbiamo così modo di rileggere questo breve
capolavoro in una veste inedita, arricchita da un editoriale dello stesso
Castelli che svela i retroscena delle vicissitudini che portarono al cambio del
nome in corsa, quando già erano stati completati e quasi mandati in stampa gli
albi a nome Doc Robinson. Inutile ribadire che Operazione Arca è una storia
breve e tuttavia perfettamente compiuta, scritta e disegnata con uno stile
classico eppure moderno, che tanti lettori storici del BVZM apprezzerebbero
tuttora.
Il numero 386 si inserisce peraltro nella rinnovazione della serie cominciata esattamente un anno fa con il numero 375, che ha inaugurato il ritorno alla mensilità. Si è trattato di un ritorno alle origini, dato che la cadenza è già stata mensile fino al numero 278, per diventare poi bimestrale per quasi quindici anni. L'albo in edicola, intitolato I suoi primi 40 anni, riunisce le caratteristiche di entrambi i formati. Come i bimestrali, è un “balenottero”, ossia un volume di circa 160 pagine. Come nei nuovi mensili, invece, la storia inedita è sviluppata in poco più di settanta tavole, mentre il resto delle pagine è occupato da redazionali e da un romanzo a puntate di Andrea Carlo Cappi.
Due le iniziative legate al quarantennale che ne fanno un albo celebrativo. La prima è la storia inedita, che finalmente propone un'avventura risalente agli albori della carriera di Martin, spesso accennata eppure mai raccontata nei minimi dettagli: il mystero noto come “il fantasma del Topkapi”. È una storia che si è svolta a Istanbul nel 1982 e che è valsa a Martin una grande popolarità in Turchia. Dopo quarant'anni esatti, il nostro eroe ritorna negli stessi luoghi per dipanare i punti oscuri di una vicenda interrotta e mai del tutto chiarita. Come sempre quando si tratta di albi speciali, soggetto e sceneggiatura sono curati dallo stesso Castelli, mentre le tavole sono illustrate da Alessandrini, Torti e Orlandi. La storia è avvincente ma richiede una seconda lettura per poterne cogliere tutte le sfumature.
Il numero 386 è anche l'occasione per tirare le somme
del “nuovo” Martin Mystère, a distanza di un anno dal ritorno alla mensilità. A
mio avviso ci sono soprattutto luci, ma anche qualche ombra. Le storie a
fumetti e i redazionali sono i punti di forza del nuovo corso. Quanto alle
storie, il numero inferiore di pagine a disposizione velocizza il ritmo della
narrazione, riducendo al minimo le prolissità e le vignette eccessivamente
verbose. I redazionali scritti da Castelli sono sempre interessanti, il giusto
approfondimento alle questioni affrontate nella storia a fumetti. Le ultime
dieci pagine di ogni albo sono invece dedicate a un romanzo a puntate di Andrea
Carlo Cappi. Con il numero 386 si è concluso il primo romanzo, intitolato Il potere del
falco. La storia è indubbiamente valida, appassionante e ricca di rimandi
colti, letterari e cinematografici. Tuttavia, non è di mio gradimento la scelta
di suddividerla in puntate, togliendo spazio alle tavole a fumetti.
Sarà un mio limite, ma ho fatto molta fatica a ricordare una storia “spalmata” su
dodici puntate mensili, né è pensabile che il lettore ogni volta riprenda in
mano gli episodi precedenti per fare un ripasso generale. Inoltre, l'impressione
è che con questa scelta editoriale siano state sottratte pagine al fumetto,
ridotto dalle circa 150 tavole del bimestrale alle attuali 77 del mensile.
Forse sarebbe stato opportuno allegare l'intero romanzo a un unico albo, anche
con un sovrapprezzo. Credo che tale soluzione avrebbe reso maggiore giustizia
all'opera in prosa e dato più spazio alle storie a fumetti, che è poi ciò che
desidera chi da anni acquista Martin Mystère. Ad ogni buon conto, l'operazione
sarà ripetuta, sia pure con una formula parzialmente diversa, a partire dal
prossimo numero, fino all'albo 400. Restiamo in attesa e intanto facciamo i
migliori auguri a Martin per questi primi quarant'anni di vita editoriale.
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