10 gennaio 2023

"Il piccolo campo" di Erskine Caldwell: la tara dell'atavismo

Libro scandaloso all'epoca della sua pubblicazione (1933), a distanza di novant'anni non si è affievolita la dirompente forza letteraria che lo ha reso un classico del Novecento. E se certamente sono lontani i tempi dei processi per oscenità e del ritiro delle copie dalle librerie, indubbiamente un'opera del genere alimenterebbe tutt'oggi un fecondo dibattito. Ne Il piccolo campo Caldwell descrisse una comunità arcaica e quasi ferina, quella delle campagne della Georgia e della Carolina, nel cosiddetto Profondo Sud degli Stati Uniti. Inevitabilmente le tematiche trattate erano d'impatto e divisive: l'incesto, la febbre dell'oro, il primato del senso sulla ragione, la seduzione del denaro, le lotte sociali e politiche, lo scontro tra il mondo contadino e quello operaio. Caldwell lanciò con questo romanzo feroci strali contro la gretta provincia americana, immiserita dalla crisi economica, razzista, legata a riti arcaici, tenacemente avvinghiata alle proprie contraddizioni e incapace di evolvere.
Il piccolo campo è la storia della famiglia Walden. Ty Ty ne è il capo. Vedovo e anziano, da quindici anni scava profonde buche nel suo terreno alla ricerca dell'oro. Nonostante abbia rivoltato da cima a fondo i campi, di filoni o pepite nemmeno l'ombra. Ty Ty ha la febbre dell'oro, che per sua stessa ammissione quando prende un uomo non lo lascia più, sì che egli non può far altro che scavare, se necessario fino all'inferno. Nella sua ricerca ossessiva Ty Ty coinvolge quattro dei suoi figli, ad eccezione del ribelle Jim Leslie che ha metaforicamente trovato l'oro sposando una ricca donna di città. Il terreno dei Walden sembra un campo di battaglia, disseminato com'è di buche che minacciano di inghiottire persino la casa. Una piccola porzione di terra viene però dedicata al Signore e non è toccata dagli scavi febbrili: è il "piccolo campo di Dio" che dà il titolo al romanzo. Ty Ty è religioso e non vorrebbe lambirlo; eppure la febbre dell'oro è più forte della fede e il campo del Signore viene continuamente spostato a seconda della direzione degli scavi.
Il capofamiglia, i figli Shaw e Buck, le figlie Rosamond e Darling Jill, la nuora Griselda e il genero Will sono, sia pure a diversi livelli, personaggi elementari, rozzi, guidati da istinti primordiali. Sensualità e cupidigia sono le uniche forze che orientano le loro esistenze, prevalendo sul raziocinio e sulla morale. Ty Ty, ad esempio, sostiene di lavorare con metodo scientifico, sebbene tale presunto sapere soccomba a credenze magiche e convinzioni mistiche. Non esita pertanto a rapire un albino, convinto che sia dotato di poteri divinatori per individuare i filoni auriferi. E ancora, nonostante cerchi con tutte le sue forze di tenere unita la famiglia, non nasconde i pensieri sconci all'indirizzo della nuora. Finanche il "civile" Jim Leslie non è immune da questa tara familiare; anzi, è proprio il suo incontenibile desiderio di possedere la cognata a innescare la miccia che conduce al tragico finale. Tutti i personaggi del romanzo sono monolitici, come se fossero tagliati con l'accetta; Caldwell esaspera di ciascuno un unico aspetto del carattere, senza che per questo il racconto perda credibilità. Buck è il sanguinario, Shaw l'idiota, Jim Leslie il piccolo borghese, Will l'ottuso socialista, Darling Jill la svampita, Griselda l'oggetto del desiderio, Rosamond la moglie devota e tradita.
In generale non amo le opere disturbanti, si tratti di film o libri. La violenza e l'estremo non mi appassionano, così come non sono attratto dalle storie al limite o dal turpiloquio. Per tale motivo mi sono avvicinato con circospezione a questo romanzo che tratta tematiche per l'appunto disturbanti come le relazioni incestuose. Sono invece rimasto piacevolmente sorpreso. La grandezza di Caldwell risiede a mio avviso nel saper dosare vari registri, dall'ironico al tragico, dal grottesco al popolare, senza che l'uno domini sull'altro. Prevalgono i dialoghi e il narratore onnisciente si limita a brevi interventi; è dunque evidente che Caldwell non abbia voluto scandalizzare a ogni costo, né provocare la reazione indignata del lettore. Egli si è limitato a descrivere la miseria umana e l'ignoranza, lasciando a noi ogni possibile conclusione.
Vecchia edizione Bompiani

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