Il titolo del disco è già un
manifesto di intenti, col richiamo a quel “garage rock” che è sangue e sudore,
ritorno alle origini, primitività del suono elettrico. Registrato alle “Officine
Pan”, vero e proprio studio casalingo dello stesso Graziani, segna il passaggio
dell’artista dalla Numero Uno alla Carosello Records. Ridottissimo il numero
dei musicisti coinvolti, con Beppe Pippi al basso e Pasqualino Venditto alla
batteria. Tutte le chitarre, dolci o aggressive, sono suonate dallo stesso
Graziani.
Oltre che nel titolo, lo spirito dell’album
è ben evidente nella foto interna, che ritrae l’artista con l’immancabile
giaccone di pelle nera e la fida Gibson rossa poggiata poco lontano, in primo
piano e quasi animata di vita propria. Dieci tracce prevalentemente elettriche,
che spaziano dal rock spinto alle più classiche ballate, svelano un volto forse
poco conosciuto dell’artista abruzzese, che mai prima di questo disco aveva rivelato
in maniera così incisiva le sue indubbie doti tecniche.
Si apre con Prudenza mai, solido
rock-blues con un testo irriverente, a tratti spinto. È il manifesto essenziale di una vita controcorrente, passata
a sfidare i poteri costituiti, raccontata però con immagini ironiche ed
evocative.
Prudenza mai, mai neanche adesso che
sono grande
e dovrei stare attento a quel che
pensa la gente
e invece ti mando a fare in culo
a te che sei il direttore che mangi
sempre minestrina
e dopo fai la cacchina.
Beh, niente sermoni, non rompetemi i
maroni.
Io sono fatto così, mi piace dare
fastidio alla gente
io sono così, mi piace andare controcorrente.
Non odiarmi mai, non odiarmi mai
ma la prudenza io non l'ho usata mai.
Seguono i decisi solchi di Un uomo,
il pezzo più tirato dell’album, dai tratti hard-rock, caratterizzato da un
efficace riff che rimane impresso nella memoria.
Soprattutto, in Ivangarage ritorna l’attenzione
verso il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, tematica che l’artista aveva già
trattato in canzoni come Dada. Nel disco brillano un’intensa ballata dedicata
ad una ragazza decisamente fuori dal coro (Guagliò guagliò), la denuncia dell’infanzia
rubata (Johnny non c’entra) e il commosso ricordo di un’amicizia
di gioventù finita tragicamente (Noi non moriremo mai).
Andremo a vedere un film sei volte
fino all’una di notte,
prenderemo a calci un bidone
solo per fare rumore.
Amico ciao, il tuo giaccone di pelle
sarà una bandiera alta fino alle
stelle.
Ivan Graziani ha dato molto di sé in
questo disco, molti dei suoi ricordi personali e tutta la sua sensibilità d’artista,
in un felice ritorno alle origini e alla purezza del suono. E alla fine, con
una squisita citazione beatlesiana, ci ricorda che è solo la buona musica il
rimedio ai mali della vita e all’insofferenza che ci divora.
Né Gastrozepin, né Zantac, né
Famodil,
né Malox o Neutralon, né Roter o
Gastridin.
Ma solo campi di fragole
e Lucia nel cielo coi diamanti
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