Una recensione de Le rovine in attesa è apparsa sulla pagina
culturale del giornale L’Opinione. Ringrazio l’autore, il giornalista Michele
De Angelis, che cura la rubrica La voce degli scrittori, che si occupa della
promozione degli autori emergenti.
La recensione
Ritorna la rubrica con la quale
“L’Opinione delle Libertà” dà voce e spazio ai nuovi volti della letteratura
italiana. Questa settimana vi consigliamo “Le rovine in attesa” di Alfonso
Cernelli (Alter Ego Edizioni). Cernelli è nato a Roma nel 1985. Ha esordito nel
2010 con il romanzo “Percezione dell’inverno” (Aletti editore), vincitore del
Premio letterario nazionale “N. Zingarelli”, con l’Alto Patronato della
Presidenza della Repubblica.
Due uomini tanto diversi quanto
profondamente simili. La storia di una rincorsa spasmodica verso un successo
assai fragile. Un’opera nella quale convergono intensamente le tematiche legate
al meridionalismo e all’influenza degli autori del Novecento. La vera
protagonista indiscussa è la lettera, che serva a descrivere luoghi o
personaggi poco importa, ciò che emerge è un amore innato per il linguaggio e
per tutte le sue sfumature. Ogni singola parola viene scelta e mescolata
sapientemente con le successive, permettendo così la creazione di un animo
letterario in grado di pervadere ogni angolo dei nostri meandri più intimi.
Erminio Narri è un giurista goffo e inetto, convinto però di avere doti
superiori rispetto a quelle finora riconosciutegli. La lettera di un nobiluomo
meridionale strappa così la sua esistenza, inducendolo ad abbandonare tutto per
recarsi avventurosamente a scoprire i tratti di questo affare segreto di cui si
parla nella missiva. Veniamo dunque resi partecipi di un vero e proprio
progetto rivoluzionario, in cui si deve credere profondamente per poterne uscire
vincenti. La sottotrama primaria ci narra però di due uomini profondamente
soli, tanto insicuri quanto frangibili, eternamente impegnati in una rivincita
illusoria. L’autore ama le parole e con queste ci concede di fare l’amore per
tratti brevi e intensi, così come sono angusti i pensieri illusori dei due
personaggi.
Nel finale del libro uno dei protagonisti
si definirà come una rovina in attesa. Si domanderà se il suo fallimento possa
essere principalmente fonte di amarezza o comunque di soddisfazione, per una
vita che gli ha concesso delle possibilità straordinarie.
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